Wednesday, 21 April 2010

Contro lo stigma e i maltrattamenti

Il Comitato anti-tortura del Consiglio d’Europa pubblica il suo rapporto sull’Italia
.......Per quanto concerne l’ospedale psichiatrico giudiziario Filippo Saporito (OPG) di Aversa, il rapporto pone in evidenza le scadenti condizioni della struttura e la necessità di migliorare il regime quotidiano di degenza dei pazienti, aumentando il numero e la varietà delle attività trattamentali quotidiane loro garantite. La delegazione ha inoltre riscontrato che alcuni pazienti erano stati trattenuti nell’OPG più a lungo di quanto non lo richiedessero le loro condizioni e che altri erano trattenuti nell’ospedale anche oltre lo scadere del termine previsto dall’ordine di internamento. Le autorità italiane hanno fatto valere nella loro risposta che l’ospedale è in corso di ristrutturazione e che la legge non prevede un limite per l’esecuzione di misure di sicurezza temporanee non detentive.

In merito al Servizio psichiatrico di diagnosi e cura (SPDC) presso l’Ospedale San Giovanni Bosco di Napoli, la delegazione ha concentrato l’attenzione sul ricorso al trattamento obbligatorio dei pazienti. Il Comitato raccomanda di apportare miglioramenti alla fase giudiziaria della procedura relativa al trattamento sanitario obbligatorio.


Links

Report to the Italian Government on the visit to Italy carried out by the European Committee
for the Prevention of Torture and Inhuman or Degrading Treatment or Punishment (CPT)
from 14 to 26 September 2008


Response of the Italian Government

Definizione della salute mentale da parte dell'ONU

Legge Basaglia: un percorso ancora in divenire…
di Rosaria Uglietti

Monday, 1 February 2010

Vitalità della montagna terapia nel contesto di (ri)educazione alla gestione del sè emotivo ed il reinserimento alla vita sociale

Sarà pure un titolo lungo. Ma in un blog o in sito web ritengo sia preferibile sacrificare la vanità dell ‘ autore al fine di aiutare il lettore a recepire rapidamente il significato e lo scopo del testo stesso.

Già è diventato faticoso leggere e le immagini (molto spesso abusate) la fanno da padrone.

Premesso che l’editoria è di sistema e poco di buono si salva in libreria. Ormai la televisione, la abbiamo in casa come un piccolo totem lesivo ma del quale non si può fare a meno: anche se la sappiamo violenta, volgare, di propaganda politica, di sozzure pubblicitarie che vanno ad annidarsi nella nostra memoria, di pessimo livello informativo e molto banale (a parte qualche eccezione che sembra inserita apposta per farci credere il contrario...).

E perchè allora ci tuffiamo con la testa nel televisore appena entrati in casa o subito dopo? Perche ‘ umiliamo così la nostra mente ? Perchè fuori è ancora peggio (per questo furono costruite in modo così orrendo i quartieri popolari,le città edificate solo per i profitti e la vanità -davvero effimera- degli urbanisti, dei costruttori, degli speculatori): non c’è né più valida comunicazione umana, significativa oltre la stucchevolezza delle parole; nè la natura a favorirla, nè le tradizioni. E non si sa dove andare ; c'è solo traffico, consumismo e degrado.

Siamo circondati dai brutti palazzi, noi siamo messi in mezzo come incastrati o circondati da un branco vorace di claustrofobiche strutture. La natura nelle grandi città, specialmente nei quartieri dormitorio anche detti popolari, non esiste più, da tanto tempo, e dove ancora ne esiste un pò o è recintata o derubata da "furbi" che se la annettono: abusivamente e da prepotenti. La gente onesta quasi non se ne accorge più che, sia pure ridotta a un rottame, a uno squarcio la natura (quel che
di essa rimane) resiste. E' più tenace e combattiva di noi, non egoista e nemmeno ipocrita. Vale darle una mano o da questo inferno non usciremo più.

Qualche pit bull o rottweiler nel risicato giardinetto circola senza museruola, dei brutti ceffi con le motorette o senza le motorette la frequentano, le panchine sono tutte rotte e raramente si vede in giro per garantire la pubblica incolumità qualche poliziotto, carabiniere o guardia parco.

Una grave sindrome collettiva, al pari (se non peggio ancora) dell AIDS e della droga.

Quindi, per chi non vorrà continuare a leggere, spero che almeno il titolo abbia detto o suggerito qualcosa. A me la montagna terapia piace e fa bene: fa bene in quanto si ritorna alla natura. Ed altresì è consolatoria e benefica ancor di più quando dopo i sentieri vissuti insieme si rientra in albergo accogliente. A me una casa accogliente, popolare o non popolare, nonostante i tantissimi anni di lavoro e l'invalidità non mi hanno dato nè consentito di avere.

In albergo decente abbiamo tutti e tutte una stanza dello stesso tipo. Compresi gli operatori. In stanza si sta da soli o in due dello stesso sesso. E gli operatori non si vanno a divertire senza di noi, dopo avere mangiato insieme al ristorante (i posti non vengono stabiti per gerarchia in quanto non esite una gerarchia (se c'è non ce la fanno pesare nè avvertire). Se si esce insieme per prendere un caffè, un gelatino o una camomilla, a piacere, a nessuno è dato di "approfittare" magari chiedendo di più. I soldi della USL, quindi dei contribuenti, e quindi pure vostri e nostri, sono quelli e basta.
Questo, invece di affliggerci, ci rende felici (almeno io la interpreto così) in quanto non umilia ma, al contrario: invita al rispetto dei limiti delle cose e ristabilisce un altro passo verso la riacquisizione della dignità. Quando si rientra, le infermiere e gli operatori psichiatra e psicologi ci chiedono se abbiamo bisogno di aiuto con la terapia. E ci chiedono gentilmente di svegliarli se di notte abbiamo bisogno di qualcosa. Di notte se uno vuole uscire, può farlo, nessuno glie-lo-vieta. Non è come stare in una clinica psichiatrica o, peggio ancora, al manicomio.

E' come stare in famiglia, una ritrovata famiglia dall'antica memoria ,fin troppo e purtroppo "dimenticata ", del tutto umana ,che vieta alla parte più disumana di impedire di essere più umana ,in quanto è consolatoria, conciliatrice, riconciliatrice e più conveniente che la richezza o il grado individuale.La famiglia allargata: finanche alle parentele più lontane e al vicinato il quale è umano, appartiene alla nostra stessa specie (anche se non si direbbe, talvolta, per come si comporta oppure ci comportiamo).

Noi appartiemo a noi stessi e al prossimo siamo parenti dei alberi e delle coccinelle la riva e le montagne. Lo sapiamo e lo dimenticiamo ogni volta.

E ' la tribale antica famiglia fatta pure di buon vicinato e allargata se vogliamo all'infinito, della quale non si può fare a meno. Un archetipo che abbiamo finito per detestare: colpa la voglia di potere, di predominio, di sublimare la vanità con il comando e la sottomissione dei i più deboli, colpa i profitti, colpa i politici e colpa le individualistiche connivenze che creano gruppo, sottogruppo ed antigruppo. Non siamo più interconnessi in un unisono armonioso ma contrapposti in fazioni conflittuali.

Ma un archetipo dal quale non ci si può troppo allontanare. Cosa che è avvenuto culturalmente e le consequenze sono ferite profonde all'animo individuale e collettivo che ricorre sempre alla "volontà degli dei", disperatamente e inutilmente. Non accorgendosi che il divino è dentro e fuori di noi in una conciliazione-riconciliazione.

Ci si deve conciliare e riconciliare intanto con noi stessi; poi collettivamenti come individui insieme che si aiutano, si cercano, si aspettano e si dividono l'acqua, il cibo ma pure i compiti: le fatiche secondo le possibiltà e le ricompense in modo uguali. E la famiglia così cammina insieme, va bene e migliora la sua stessa salute.

Non più gruppo e sottogruppo ma in armonioso insieme: globale, che non è la globalizzazione. Non è riferito ai profitti ad esclusivo beneficio di singoli o di categoria, che vietano ad un altro individuo o ad un altra categoria di elevare sia la dignità che lo spirito, di essere compartecipi a questo giusto, e desiderato dai miti, processo di crescita dello spirito.

Forse la mia interpretazione risente dello stato d'animo e di migliore riflessione necessità, ma io non desidero andare avanti adesso. Non abbiamo fatto insieme che un piccolo tratto di quel sentirero aspro, difficile e meraviglioso che ora è la montagna e ora è la vita stessa.


Lo so non è semplice. Lo capisco da me, e quindi invito chi lo vorrà fare di continuare la lettura di questo redatto testo. Mettete uno schermo di protezione alla vista al vostri PC o i dovuti occhiali contro quei malefici raggi.

A meno di non volere fare uso di una stampante.


Per circa cinquant’anni (mezzo secolo) ho assunto farmaci dai quali ormai dipendo. Non per guarirmi ma per tenere “sotto controllo” il mio disagio mentale (che è pure disagio sociale e ambientale: la periferia di Roma, delle zone cosiddette popolari somigliano all'inferno immeritato per quanto sono brutte, e nonostante ciò non ho mai ottenuto una casa popolare). Sarebbe stato molto meglio per me e più dignitoso per loro che avessero cercato veramente di risolvere il problema.

Gli psicofamaci possono guarire la povertà ?

I sonniferi possono cancellare il degrado ambientale e restituirci la natura e il clima ?

La psicoterapia (ammesso che la si faccia nella maniera giusta) può guarirci dalla follia dei politici, dalla gerarchia narcisista della pubblica amministrazione, dalla corruzione, dall'evasione fiscale, dal conflitto di interessi e dall'immunità parlamentare?

Sono stato sottoposto a trattamenti farmacologici e un pò di cosidetta psicoterapia di gruppo e consulting. Il trattamento farmacologico a base di psicofarmaci: antidepressivi, ansiolitici, sonniferi, eccetera, mi ha sì aiutato. Specialmente quando sapientemente prescritte, tali medicine sono utilissime e sarebbe una sciocchezza non tenerne conto. Però solo la terapia farmacologica non serve.

Nel mio caso, mancando le indagini non invasive e le psicoterapie di sostegno ben mirate, mi ha reso solo farmaco dipendente e mai risolto il problema. Le medicine e anche la corretta psicoterapia che servono veramente andrebbero date gratis dallo stato sociale(welfare) agli aventi bisogno.
Perchè costano tanto le terapie che fanno bene veramente, eccetera ...

Sono un utente etichettato per malato di mente (Sic) e invece, secondo me, sono malato soprattutto di degrado economico, sociale, loggiativo e ambientale,
eccetera, eccetera. Poi sì (e perchè no ? ); il male può avere a che fare pure con il carattere, con la Storia - sono nato sotto i bombardamenti di Roma - con i traumi psichici dell'infanzia e non soltanto dell'infanzia. Bisogna saper ragionare a 360 gradi.

Affidarsi soltanto alla terapia farmacologica e dimenticare l’insieme dei problemi che portano al disagio psichico è un imperdonabile limitatezza. Crea dei farmacodipendenti a vita, dei drogati di medicine, che comunque non li guariranno perchè oltre ai farmaci CORRETTAMENTE dati, c’era e c’ è bisogno pure di ben altro.

C'è bisogno di amore.

Pensare di trattare il disagio psichico nelle sue molteplici forme solo con gli psicofarmaci è limitativo, da ignoranti o in cattiva fede, ci vuole di meglio, ci vuole di più e ne beneficia l’intera collettività - oltre che per la funzionalità di sostegno e reinserimento dei soggetti affetti, ci si guadagna in immagine di civiltà di cui purtroppo non siamo mai stati considerati molto capaci, o all’ avanguardia, in Italia.

Ed è un vero peccato perché non ci sono mai mancati i validissimi intellettuali, in Italia emarginati,

che altrove, invece, hanno fatto scuola: San Franceso di Assisi, Mario Basaglia, Antonio Cederna e loro colleghi e colleghe.

L’immagine di civiltà o di inciviltà che un Paese dà di se stesso o l’ottiene stando ai fatti, non consiste nella storia passata fatta di illustri vestigia ma piuttosto nel vivere organizzato presente civile davvero, ed è direttamente proporzionale al livello di validi aiuti che esso riserva oppure nega alle classi meno abbienti.

E per come costruiscono le periferie e per come tengono o non tengono all’ambiente. Il dramma dei quartieri dormitorio e dei senza case è globale come è globale la sofferenza, le tante forme di emarginazione, la criminalità e un certo tipo di disagio mentale hanno radici pure in queste cose.

Il livello di civiltà, di intelligenza, di cultura, di giustizia o ingiustiza vengono valutati e severamente giudicati. Ci si creda oppure no, è proprio così. E non è cosa da poco. La contraddizione è che ovunque si tende a giudicare solo
i difetti altrui e non i propri. E questo lo dico ai grandi papaveri ben pagati dell'Unione Europea e altrove.

Rifarsi il look in televisione non convince nessuno. E' la sostanza che conta.

Ora faccio parte come paziente di un gruppo, che fa capo a un DSM, diretto da validi operatori i quali sono qualificati non solo come psicologi e psichiatri ma che amano pure la montagna e sono soci, da lunga andata, del Club Alpino Italiano. Qualità essenziali per il buon funzionamento della montagnaterapia. Come è essenziale anche la gentilezza. Guai se dovessero arrivare anche qui a guastare tutto gli arroganti e gli improvvisatori della psichiatria e della psichologia!

E dopo la terza uscita con loro e i compagni e le compagne come me ritrovo il senso della famiglia allargata (tradizione popolare tra le migliori a Roma,
andata purtroppo perduta come i prati aperti e le marane). Prima mi sentivo tanto solo e tanto male. Mi sento gia’ meglio!



Links Utili
Sopraimille: la terapia della montagna in psichiatria
Montagnaterapia: esperienze a confronto sulla 'montagna che aiuta a guarire' Ottobre 2006
Associazione Sportiva Dilettantistica delle Torri
Green Paper Improving the mental health of the population, Towards a strategy on mental health for the European Union. October 2005
Libro Verde Migliorare la salute mentale della popolazione. Verso una strategia sulla salute mentale per l'Unione europea, Ottobre 2005

Tuesday, 8 December 2009

Climate Change
Copenhagen December 2009

By Vladimiro Rinaldi.

Copenhagen seems the same as always, people go around like on all the other days, long faces, few smiles. To be honest they are almost always like this with foreigners, but perhaps it’s the grey outside and inside that I don’t like much. The philosopher, Jigoro Kano, inventor of Judo, wrote (in Japanese) a haiku sweet and full of hope : Spring will return.

In Copenhagen, everything seems, for the Danes that live here anything but a different day, a rather special day: today the start of the UN summit on environmental problems, the changes in climate due to the excessive warming of the atmosphere that involves the whole planet. And as a consequence the creatures including us those responsible for the threat that is already happening.

Maybe it’s only interesting to this foreigner who goes around on foot amongst the Danes and speaks English to communicate, to record what the atmosphere is like.

The fact is that no one trusts politicians any more, we consider them false, inept and gluttonous, able to unleash wars and plan acts of terror but not to heal the wounds or hope in the change of route that is really needed. And this is not just the Danes.

One really doesn’t sense an air of celebration or hope. Dear politicians who govern the world, repair the damage or no one will ever believe you again. We need your good example, your good behaviour and not just an electoral bluff in order to have faith in you.


Gro Harlem Brundtland, Special Envoy of the United Nations Secretary-General on Climate Change and one of the recognized international leaders of sustainable development.



Living a special event like this meeting of the leaders of the countries of the world here for a meeting on one of the most worrying themes the overheating of the planet and its dreadful effects in the short, medium and long term.

The event, seemingly without conviction in the eyes of the people deluded yet again by their national politicians and the world’s, merits reflection as well as importance. This could be our last chance. Life or death doesn’t seem to matter much to anyone any more like in a horror or science fiction film. Floods of subliminal messages and disinformation, useless comments and banale talk shows on TV. Or where we have even participated via blogs with our protests in different languages and then nothing changes.


These governments and how many others command the nations and in the world have left us insensitive even to horrors. We are hypnotized and we are almost aware of it. Indifference (a terrible ill) feels like an antidote against the evils and the mental condition, provoked in us by the global political and economic gurus of every sort and type.


International Exhibition on Climate Change in the Botanic Garden, Copenhagen


Instead of meeting to talk, you need to get a move on to solve the problems and for this you have your energies and minds to use and to use for the good of the people and the environment and not against the people and the environment. I am talking to all of you.

The oceans of dollars, euro and all the currencies of the world spent on arms need to be spent to solve the social, envoronmental and climate problems.

And your powerful and less powerful armies, navies, airforces transformed into armies of peace and not of death and destruction.

The most sophisticated technologies in the service of good not bad.

The soldiers are soldiers of peace and not war or terrorism and they know each other working together with you together with everyone in a global effort and without tyranny or bluff shoulder to shoulder in defence of fragility and what has not been wanted so far starting a new story a new benign humanism. A school of thought and behaviour. Beginning right with you, You that are leaders and rich should give a good example for a start while there are so many poor people suffering and dying.

Enough with vanity and narcissism, class difference and the taste of power. Enough! We are fed up with you.

So: the human resources and huge capital exist to be used in completely the opposite way to how they have been used so far.

To resolve social, environmental and climate problems move quickly and decisively to implement sustainable development. Maybe we are still in time.

So that you are not condemmed by history for the good that you didn’t choose to do.

Visit the official web site of the UN Climate Change Convention


Ricordi del Lotto 7 al Tiburtino Terzo (suggestioni)Ricordi del Lotto 7 al Tiburtino Terzo (suggestioni)

Vladimiro Rinaldi: Disegno a colori (1999) e passagio in computer grafica (2004)

Tuesday, 29 September 2009

Informazioni sul progetto "Blue Brain" dell'Ecole Polytechnique Fédérale di Losanna

Il progetto Blue Brain è una collaborazione tra l'Ecole Polytechnique Fédérale di Losanna e IBM. Ci sono anche i contributi provenienti da altre università in Spagna, Israele, Stati Uniti e Regno Unito.

La corteccia cerebrale, la contorta "materia grigia", che rappresenta l'80% del cervello umano, è responsabile della nostra capacità di ricordare, pensare, riflettere, solidarizzare, comunicare, adattarsi a nuove situazioni e progetti per il futuro. La corteccia è apparsa nei mammiferi, ed ha una struttura fondamentalmente semplice e ripetitiva che è la stessa in tutte le specie di mammiferi.

Il cervello è popolato da miliardi di neuroni, ognuno collegato a migliaia di suoi vicini per assoni e dendriti, una sorta di biologico "cablaggio". Il cervello elabora le informazioni con l'invio di segnali elettrici di neurone in neurone lungo questi fili.

Nella corteccia, i neuroni sono organizzati in unità funzionali di base, ciascuno dei quali contiene circa 10.000 neuroni che sono collegati in un modo intricato, ma integrato e coerente. Queste unità funzionano molto simili a microcircuiti in un computer. Questo microcircuito, conosciuto come la colonna neocorticale (NCC), è ripetuto milioni di volte in tutta la corteccia. La differenza tra il cervello di un topo e il cervello di un essere umano è fondamentalmente una questione di volume -- gli esseri umani hanno molte più colonne neocorticali, e quindi piu' neuroni dei topi.


Title: Whole Column
Description: Visualization of an entire neocortical column with network activity. The membrane voltage is shown in false colors. This provides a view into the neocortical column at a level inaccessible to experimental techniques to date.
Author: BBP/EPFL


Il primo passo del progetto Blue Brain è quello di ricreare questo microcircuito fondamentale, fino al livello dei biologicamente accurati singoli neuroni. Il microcontrollore può quindi essere utilizzato nelle simulazioni. Il progetto Blue Brain non mira a creare un cervello artificiale, ma piuttosto a studiare (ndr tramitte simulazione) come funziona il cervello e per servire come strumento per i neuroscienziati ed i ricercatori medici. Non è un tentativo di creare un cervello. Non si tratta di un progetto di intelligenza artificiale.

Come farà la replica delle colonne neocorticali ad aiutarci a comprendere il cervello ?

Replicando la colonna è uno step evolutivo importante e misterioso, e se siamo in grado di capire come questo avviene, saremo in grado di spiegare come il cervello cambia da una specie all'altra in evoluzione. Imitando l'espansione della neocorteccia ci consentirà anche di esaminare come la potenza cambia mentre il cervello si espande. Essa ci consentirà anche di incominciare a capire le registrazioni elettro-encefalografiche (EEG) e le risonanze magnetiche . Richiede la connessione di tutte le parti insieme del cervello. E questo di per sé rivelerà molti principi importanti di come il cervello nel suo insieme è collegato - a livello cellulare.


Estratto del testo da: http://bluebrain.epfl.ch/page18699.html
Traduzione di Vladimiro Rinaldi

Monday, 28 September 2009

About the Blue Brain Project

The cerebral cortex, the convoluted "grey matter" that makes up 80% of the human brain, is responsible for our ability to remember, think, reflect, empathize, communicate, adapt to new situations and plan for the future. The cortex first appeared in mammals, and it has a fundamentally simple repetitive structure that is the same across all mammalian species.


The brain is populated with billions of neurons, each connected to thousands of its neighbors by dendrites and axons, a kind of biological "wiring". The brain processes information by sending electrical signals from neuron to neuron along these wires.

In the cortex, neurons are organized into basic functional units, each containing about 10,000 neurons that are connected in an intricate but consistent way. These units operate much like microcircuits in a computer. This microcircuit, known as the neocortical column (NCC), is repeated millions of times across the cortex. The difference between the brain of a mouse and the brain of a human is basically just volume - humans have many more neocortical columns and thus neurons than mice.


Title: Whole Column
Description: Visualization of an entire neocortical column with network activity. The membrane voltage is shown in false colors. This provides a view into the neocortical column at a level inaccessible to experimental techniques to date.
Author: BBP/EPFL


The Blue Brain project is a collaboration between the Ecole Polytechnique Fédérale di Lausanne and IBM. There are also inputs from other universities in Spain, Israel, USA and UK.

The first step of the Blue Brain project is to re-create this fundamental microcircuit, down to the level of biologically accurate individual neurons. The microcircuit can then be used in simulations. The Blue Brain project does not aim to create an artificial brain but to explore how it functions and to serve as a tool for neuroscientists and medical researchers. It is not an attempt to create a brain. It is not an artificial intelligence project.

How will replicating the neocortical columns help us to understand the brain?

Replicating the column is a key and "secret" evolutionary step, and if we can capture how this is done we will be able to explain how the brain changed from one species to another in evolution. Mimicking the expansion of the neocortex will also allow us to examine how the computing power changes as the brain expands. It will also allow us to begin understanding EEG recordings in the clinics as well as fMRI studies. It requires connecting all parts of the brain together and this by itself will reveal many important principles of how the brain as a whole is connected - at the cellular level.

text from "About the Blue Brain Project" at: http://bluebrain.epfl.ch/page18699.html

Friday, 25 September 2009

Has the Mountain (Therapy) fallen?


This is my personal experience in four years of mountain therapy and thirty years of anxiolytics, antidepressants, sleeping tablets and painkillers: about the visit to Pescasseroli and not to Santiago de Compostela, Lourdes or other desirable place "outside the CIM walls".

Mountain Therapy: For those who still do not know what it is, and would like to know more about it and what and who it is for, whether it works or not and how effectively it works or could work if improved.

This "discipline" was born in France and adopted by the Italians of Trento. It forms part of the practices of re-education and re-entry into "civil" life for those who are already in psychotherapeutic treatment, for a variety of reasons.

Well then is it beneficial? I think yes, but it needs to be improved in the way it is organised. In Rome there aren't any mountains. So like Mohammed, the patients must go to the mountains.

There is a need to plan a program of trips during the year. There is a need to decide on viable destinations, where to stay (and stay well) to make reservations, arrange transportation, plan therapy techniques with the mountain and 'brotherly love.

The operators report that the budgets for mountain therapy trips are scarce but we the patients do not see the published budgets, nor are we involved or consulted about the projects proposed for our benefit. Do the opinions and considerations of the patients count or is this issue "off limits"?

As patients, we should be able verify that which concerns us. Shouldn't we cooperate, interact and participate together in the design of the projects aimed, together with supportive therapies, at our recovery?

Are we patients or hostages?

The operators of the group for psychotherapy and hiking in mid altitude mountains, at the CIM in Via Giorgio Morandi had good kind ways. We were happy both for them and for us. It's their duty to be so. Hopefully they continue to be even more kind. It will be good for the health of both the patients and themselves and it will improve the service.

For the rest I have to admit that I had a good experience in the mountains with them only once in four years. It was a four day trip. There was time for the senses to get in balance with the environment: the smell, the contact with plants, rocks, with the sound of the stream. This all helped us to want to socialize with each other.

On the otherhand I had a bad, very bad, experience, in the various hit and run trips in a single day, more often with spartan or rickety rather than appropriate transport, traffic jams and stressing dashes along the motorway; trips that were only tiring, the memory of the mountain blurred by aches.

Exhausting hit and run trips ahould be avoided. How many times I have told the operators, amongst other real, tangible things, but they did not want to hear. Not because they are brilliant but because they do not recognize the need to adapt to input from the patients who are the beneficiaries of the services.

Who are the funds for? Who are the projects for?

Maybe for the career of the operators rather than for the recovery of the patients?

The first time that I went with the group to Pescasseroli, I felt the fascination and the therapy of the mountain environment and of the welcome in good conditions and the good behaviour of the operators who did their duty in a satisfactory way. That time they took loving and responsible care of the patients entrusted to them (ie us) and these thanks I owe both to the mountains and to all of us in the group just like new-found good family. The patients, men and women, together with the operators and the nurse who was really kind. Duty aside, I think that it was also more pleasant for the operators and the nurse to do their job in the mountains rather than closed in the CIM.

What I did not like at all was that there were many sorcerer's apprentices of psychiatry and psychology and "photography" that were not part of our group. They had an agreement with our operators (without our knowledge) to take multiple, almost manic, photos of us during mountain therapy. These photographic voyeurs had the male and female patients in mountain therapy as their subjects. They filmed and photographed constantly during the excursions. I didn't like this at all, I felt humiliated, used and deceived. They photographed us as if we were animals at the zoo. A real lack of respect, a deplorable absence of style and an insult to professional ethics and the dignity of patients in mountain therapy.

My elogy to mountain therapy is above all for us as a group to the patients and the nature, the environment and the brotherhood, and sense of friendship, love that's not bought and sold (something rare in psychiatry and psychology).

Saturday, 5 September 2009

Contro lo stigma in psichiatria

La salute mentale e gli apparati di gestione della sanita' pubblica in materia di salute mentale e non soltanto della salute mentale...

A voi cari direttori e direttrici dei CIM , dei DSM e delle altre strutture sanitarie per la salute mentale e non soltanto della salute mentale...del "Bel Paese ", ed a voi operatori ed operatrici psichiatri, psicologi ed assistenti sociali, e cari politici e pubblici amministratori,

Permettere che dica due o tre cosette.
( Per chi ancora non lo sapesse )
Esistono i cosiddetti centri di salute mentale (CIM) i quali dovrebbero offrire validi servizi alla cittadinanza utente che ivi si rivolge avendo dei problemi , ma che (ohinoi come siamo ridotti male in questo Paese..) questi centri di salute mentale ( CIM) si deve ammettere che invece non aggiungono molto a quel che triste era e (dopo la benedetta legge Basaglia) rimane ancora da sanare per il bene della dignità dell' uomo e la salute fisica,morale, spirituale e, perché no ? pure sociale ed ambientale dei pazienti e le pazienti ( i cittadini e le cittadine: utenti) .
Poiché in molti anni che frequento questi centri di riferimento, mi e´dato di rendermi conto dall ´interno. Ed in qualita´di utente, paziente e cittadino, devo riconoscere che purtroppo lasciano a desiderare. Andrebbero migliorati non tolti. Resi migliori sia nell' accoglienza, nell´ospitalità e la stesura dei progetti raramente pensati ed immaginati dai pazienti e le pazienti o insieme ai pazienti e le pazienti. E questo non va bene. I pazienti sono persone non oggetti passivi.

In materia di disagio mentale e giusti trattamenti, c'è ancora molta etica professionale strada da percorrere ( a parte le eccezioni ) . Si direbbe che i pazienti e le pazienti siano piu´ consapevoli in materia della conoscenza di che cosa significhi la salute mentale, il dolore, i diritti negati.

Nei centri normalmente mancano gli spazi di accoglienza ed ospitalita´. Ad essere intesi NON soltanto di tipo ambulatoriale e NON da orribili ed incivili manicomi. Ma spazi ben concepiti, sostenibili ed a disposizione dei pazienti e le pazienti. Fatte PURE di spazi ricreativi e per il relax e di valida fisioterapia. Se coloro che leggono mancano di immaginazione: meglio che queste strutture somiglino al Grand Hotel che all ´ex manicomio Santa Maria della Pieta´(che tutto aveva meno che la pieta´). Strutture accoglienti, rispettanti la dignita´della persona ed i diritti umani. Spazi dove architettura armoniosa, psicologia, rieducazione e poesia coestino per il rinserimento dei pazienti e le pazienti alla vita sociale.

Serve anche il coinvolgimento d´amore e rispetto e la dedizione da parte del personale (a tutti i livelli compresi i politici che controllono i budget). Non devono mancare l ´amicizia, la fratellanza da parte del personale (a tutti i livelli) nei confronti dei pazienti e le pazienti. Perche´senza amore ed il rispetto della dignita´umana, dei diritti (non intesi dei favori) non guarisce nessuno.