La tortura è peggiore della morte. Con la morte si finisce di soffrire, ma con la tortura non si finisce mai di soffrire perché pure dopo che sono cessate le sevizie, le vessazioni, eccetera, se ad esse si sopravvivere col il corpo si rimane per tutta la vita ancorati mentalmente in modo dolorosissimo al ricordo di quel che si è stati: dei torturati. Le guerre non finiscono al momento del cessate il fuoco. Il dolore di chi ha subito le torture, le violenze: fisiche e psichiche, continua per tutta la vita. Mortificando l'anima. Ciò che si è patiti lede il senso dell'autostima, non si è più se stessi o se stesse. Rimane nella mente, ci si pensa ogni giorno, ogni notte. E sia le vittime che le loro famiglie soffrono di questo, possono a loro volta risentirne moltissimo psicologicamente. Una reazione a catena. Gesù Cristo fu torturato, Spartaco fu torturato, molti partigiani e molte partigiane e tanti altri ed altre ancora furono torturati. Cosa è la tortura? La tortura è la più aberrante forma di maltrattamento che subiscono creature da parte di carnefici. E da parte dei carnefici, si esprime la parte peggiore della mente umana. Le umiliazioni nei confronti di coloro che avevano militato nella Resistenza continuarono pure dopo la guerra. Il potere dell'uomo sull'uomo continuava sotto mascherature diverse. Le elezioni politiche che si tennero dopo la messa in vigore della Costituzione erano fortemente condizionate. Finanche il clero capitalista usava il suo potere condizionante nelle chiese tramite le prediche: associando Cristo a loro stessi e al partito più capitalista: la Democrazia Cristiana. E al fine del plagio che terrorizza: associando il demonio ai partiti della sinistra, sopratutto il Partito Comunista Italiano. La paura del 'demonio comunista' e del fuoco eterno erano inculcati nei bambini piccoli nei tanti collegi e nelle tante scuole gestiti dal clero. In psicologia e psichiatria è risaputo che tali paure inflitte in giovane età non passano più, si porta la paura, del grottesco punitivo eterno in questo caso, tutta la vita. Ne erano colpiti particolarmente i bambini e le bambine che avevano o avevano avuto genitori che hanno fatto la Resistenza con i gruppi della sinistra. E quindi anche questo era un crimine, un delitto contro Dio, una specie di tortura psicologica inflitta a una generazione di bambini e bambine e le loro famiglie. In Italia il fascismo è sopravvissuto, esiste ancora anche se sotto apparenze diverse. In pratica il fascismo si ripropone in nuove forme, ancora l'Italia continua a soffrire di quel tipo di mentalità retrograda e classista (il classismo è una forma di razzismo) da parte di chi comanda, detiene il potere. Da anni, anni ed anni non c'è giorno che non esca qualcosa di scandaloso, di vergognoso, di terribile, di doloroso, di umiliante per la gente comune da parte da chi comanda in politica e dietro la politica: corruzione, evasione fiscale, abuso del potere (e non finisce qui...): mali dentro e fuori le istituzioni ai danni dei cittadini comuni. Il fascismo ( o comunque lo si preferisce chiamare) non è un fenomeno soltanto italiano. Ma perché in Italia succede e si ripete in modo così esteso questo abuso del potere? E' una sorta di infezione comportamentale perché i prepotenti hanno bisogno di adepti per controllare eventuali dissidenti. Favorisce la corruzione tramite un mercato clandestino di favori grandi e piccoli. Favorisce anche l'esercizio del mobbing ed il bullismo nei posti di lavoro, nelle scuole, nelle case di cura e dovunque c'e il potere senza etica e le persone che non possono difendersi. Il predominio può essere fisico, psicologico o gerarchico mentre il danno subito ha sempre l'elementi di umiliazione, terrore e dolore fisico e psichico. Sembrerebbe un paradosso, invece è una verità: un grottesco storico che viola il senso stesso della messa in pratica dei diritti umani. Ci si accorge solo adesso che all'Italia mancava (manca ancora) una legge contro la tortura e chi la esercita? Ci sono voluti più di sessantanni per accorgersene? Strano il ritardo. Cioè che dall'inizio della Repubblica a tutt'oggi mancava all'Italia una legislazione a tal proposito, eppure è risaputo che i fascisti alleati dei nazisti praticavano abitualmente e brutalmente la tortura. La denuncia è stata presentata da una persona che ha subito le violenze, considerate tortura, alla scuola Diaz, durante il summit G8 nel 2001. A seguito di ciò La Corte europea dei diritti umani, ha condannato l'Italia per la mancanza di una legislazione contro la tortura. ANSA provvede: l'informazione in lingua italiana Il "paradosso" viene alla luce quando si capisce che a livello storico, il codice penale italiano è il codice Rocco di epoca fascista, a parte qualche rintocco. E' rimasto sostanzialmente lo stesso pure a discapito della Costituzione della Repubblica che è postuma a questo codice ma non può essere rispettata e applicata a beneficio del popolo intero, in quanto il codici sono ancora quelli dell'epoca umbertina e fascista. Così specialmente in politica chi trasgredisce la Costituzione non può essere adeguatamente punito in quanto "non esiste" la legislazione appropriata. Fin quando l'Italia politica (... e quelli che stanno dietro i politici) mantiene le leggi e norme non democratiche per controllare l'etica della vita politica stessa non usciremo mai da questo angolo buio. Noi il popolo cui la sovranità la Costituzione riferisce, vorremmo vedere finalmente attivata e rispettata la Costituzione. La Costituzione, che sancisce la sovranità al popolo, e il popolo siamo tutti e tutte non soltanto i VIP. Popolo intero sovrano e rispettato, invece che oppresso dai suoi "rappresentanti" politici; vorremmo anche loro prendessero lo stipendio che percepisce la gente comune. Vorremmo anche costoro vivessero da poveri tra i poveri almeno sei mesi l'anno (rinnovabili). Così capirebbero sulla propria pelle e quelle delle loro famiglie il vero significato della povertà e il senso etico della democrazia. Esigiamo il comportamento etico, il buon esempio, da parte della classe dirigente. Cosa che finora non è mai avvenuto. Non vogliamo essere più un popolo reso ostaggio del potere ed il suo abuso. La Resistenza e la Costituzione furono fatte per abbattere ciò, affinché l'Italia diventasse più civile. Tempo passato, si dirà. Ma la storia è fatta da eventi che riferiscono tantissimo al "tempo passato". Non possiamo né vogliamo ripeterci.
- di Vladimiro Rinaldi
"Ogni tempo ha il suo fascismo: se ne notano i segni premonitori dovunque la concentrazione di potere nega al cittadino la possibilità e la capacità di esprimere ed attuare la sua volontà. A questo si arriva in molti modi, non necessariamente col timore dell'intimidazione poliziesca, ma anche negando o distorcendo l'informazione, inquinando la giustizia, paralizzando la scuola, diffondendo in molti modi sottili la nostalgia per un mondo in cui regnava sovrano l'ordine, ed in cui la sicurezza dei pochi privilegiati riposava sul lavoro forzato e sul silenzio forzato dei molti." Primo Levi |
Torture is worse than death. With death suffering ends, but with torture the suffering never stops; even though the abuse has ended, the mind remains painfully anchored, for life, to the memory of what happened: being tortured. The signing of the ceasefire does not mark the end of a war. The suffering of those who have undergone torture and violence: physical and psychological, continues for life. Mortifying the spirit. The events endured damage self-esteem, change a person forever. The events remain in the mind, every day and every night. Both the victims and the families of the victims suffer for this, and the family members can in their turn be injured psychologically. A chain reaction. Jesus Christ was tortured, Spartacus was tortured, many partisans (men and women) and many others have been tortured. What is torture? Torture is the worst possible type of ill-treatment that a persecutor can inflict on a victim. Those who inflict torture demonstrate the most devastating aspect of the human mind. The humiliation of those who fought in the Resistance in Italy continued after the war. The persecution re-emerged under different masks. The elections held after the Constitution came into force were strongly biased. Even capitalist clergy used their power in the churches, preaching sermons that associated Christ with themselves and with the most capitalist party: the Christian Democrats. They terrorized people by identifying the devil with the left-wing parties above all with the Italian Communist Party. Fear of the "communist devil" and eternal hellfire were regularly drummed into children in the many children's homes and at the many schools run by the clergy. It is recognized in psychology and psychiatry that this type of fear, inflicted in young children, never fades. In this case, the fear of grotesque eternal punishment remains for life. The children whose parents had fought or died with the leftwing groups of the Resistance were especially damaged by these created fears. Therefore this was a crime, a crime against God, a type of psychological torture inflicted on a generation of children and their families. Italy continues to suffer for this backward and classist mentality on the part of its powerbrokers. Classism is a form of racism: the poor are despised and wealth and power are pursued at any cost. Classism extends across all political groups. For years and years not a day passes without ordinary people being humiliated by the shameful discovery of a scandal involving political leaders and their entourages: corruption, tax evasion, abuse of power and more: evil, inside and outside the institutions, that damages ordinary citizens. In Italy the mentality of fascism survived the war, it still exists under different appearences. In practice, fascism is back. Fascism is certainly not limited to Italy but why is this abuse of power so widespread here? Infection spreads right through society because those at the top must cultivate ranks of compliant subordinates in order to control those who don't conform. Corruption thrives through a blackmarket of favours big and small. The blatant examples of power without ethics encourage mobbing and bullying in workplaces, in schools, in care homes: wherever there are people who cannot defend themselves. The domination can be physical, psychological or hierarchical. The damage to the victims always includes elements of humiliation, fear and physical or psychological suffering. It may seem paradoxical but it is true, a grotesque historical fact that violates the practical establishment of human rights. It has just emerged that, under Italian law, torture is not a criminal offence? The legislation was (and still is) missing. Has it taken more than sixty years to to notice this? A strange delay. From the beginning of the Republic until now, Italy has not had this criminal legislation, even though it is known that the fascist allies of the nazis regularly and brutally carried out torture. The complaint was made by a person who suffered violence, considered torture, at the Diaz school during the G8 summit in Genoa in 2001. The European Court of Human Rights , has just issued a judgement against Italy citing Police violence: Italian criminal law inadequate and not an effective deterrent.(Download press release document The "paradox" becomes clear when one understands the historical background: Italian criminal legislation dates from the fascist period (Rocco, 1930) with some modifications such as the abolishment of capital punishment. The legislation has remained in force at the expense of the Constitution of the Republic which was written after the war. The Constitution cannot be respected and applied to the benefit of the whole population. Often those who transgress the Constituition (in particular politicians ) cannot be adequately punished because the appropriate legislation does not exist. While Italian political leaders (... and those who steer the politicians) maintain in force these inadequate laws and regulations to control the ethics of political activity, we will never get out of this dark corner. We the people, to whose sovreignity the Constitution refers, want to see the Constitution activated and respected at last. The Constitution enshrines the sovreignity of the people, and we are all the people not just the VIPs. All the people sovreign and respected instead of oppressed by their political "representatives"; we want them to get the same wage as ordinary people. We want them to get the same level of pension and benefits as ordinary people when they retire. We want to see them living with their families like poor people among the poor people for six months of each year. Then they would understand what poverty and ethical democracy really mean. We demand ethical behaviour, a good example, from all those in society who occupy positions of power. We do not want to be held hostage by the abuse of power anymore. The Resistance and the Constitution were made to stop the abuse of power and to make Italy a more civil country. Past times, one might say. But history is composed of events that very often relate back to earlier times. We cannot and do not want to repeat what has happened.
- Vladimiro Rinaldi
Every age has its own fascism, and we see the warning signs wherever the concentration of power denies citizens the possibility and the means of expressing and acting on their own free will. There are manyb ways of reaching this point, and not just through the terror of police intimidation, but by denying and distorting information, by undermining systems of justice, by paralysing the education system, by spreading in a myriad subtle ways nostaglia for a world where order reigned, and where the security of a privileged few depends on the forced labor and the forced silence of the many." Primo Levi |
Wednesday, 29 April 2015
CONDANNA DELLA TORTURA / CONDEMNATION OF TORTURE
Sunday, 29 September 2013
PSICOLOGIA E POESIA / PSYCHOLOGY AND POETRY
Cosa e’ la poesia? A che serve la poesia? Domande ricorrenti, formulate specialmente da persone in malafede oppure disorientate o ignare di questa attivitiva’ creativa dell’ingegno umano, apparentemente immateriale che sembra ” farsi materiale” solo attraverso la pagina scritta e pubblicata. Le pongono ai poeti. Posso parlare solo per me stesso. Io che scrivo le poesie non credo all’Io (ego) da sublimare a tutti i costi e a discapito del prossimo o della natura per sentirsi felici e liberi. Al contrario, io credo al noi condivisibile, partecipativo e compartecipativo. Per la felicita’ e la liberta’ di tutti. La poesia: una delle arti piu’ complesse e meritevoli ed economicamente la piu’ svantaggiata. Ne’ mi sento di appartenere a coloro che considerano se stessi sublimi. So di compiere un lavoro, pure se nessuno mi chiede di farlo, un lavoro che capisco utile, necessario e indispensabile all’uomo e alla natura. Difendendo valori e denunciando abusi, Io faccio con la poesia invece che in un altro modo perche’ io sono nato poeta o ci sono diventato presto. Il poeta e’ una persona che lavora. Ma lui non e’ pagato. Eppure lavora e il suo lavoro e’ importante, utile, seppure diverso, importante e utile tanto quanto lo sono i mestieri piu’ faticosi del suo quali del bracciante, del fabbro, del muratore ed ogni altro mestiere, scienza o arte. Sbaglia chi pensa che basta mettersi a scrivere e…il gioco e’ fatto. Non e’ cosi’. La lezione classica insegna che la tecnica, la forma, lo stile, l’inventiva sono elementi della poesia. Io aggiungo la causa. E ora alla domanda: a che serve la poesia? La poesia serve persino a fare piu’ senso etico alla scienza, serve all’astrofisico, al biologo, allo psichiatra , al madonnaro, al fotografo, al contadino, al prete, al soldato che si rifiuita di ammazzare , al vagabondo innamorato della liberta’. Serve a capire non solo se stessi ma pure il prossimo e il mondo che ci ospita. E serve a capire il rispetto e l’aiuto dovuto. Senza amore muore il mondo. Io chiamo la poesia: l’ altro linguaggio. E la evoco etica e la so riconoscere ed apprezzare tantissimo soprattutto allorche’ la poesia invece che usando solo le parole la si fa con il comportamento migliore ed aiuta, sorregge, si schiera dalla parte giusta: in difesa dei soggetti fragili, dell’ambiente e della giustizia vera. Chiamo poeti le persone che ho incontrato nella vita e mi hanno aiutato quando potevo morire per strada senza neppure una parola di conforto. Di questi maestri e maestre di poesia viva (del comportamento ) ne ho incontrati e incontrate sia in Italia che in altri paesi. Quindi non e’ vero che non esistono. Ecco cosa e’ la poesia e a che serve, serve a fare meglio il mondo. Andrebbe tantissimo divulgata, andrebbe studiata insieme alle scienze e la si dovrebbe trovare in parlamento. Cosa che invece manca e i risultati sono catastrofici. L’ipocrisia non e’ mai poesia, pure se scritta in versi. Vladimiro Rinaldi (apoesidi)
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What is poetry? What use is poetry? Frequently asked questions, posed in particular by people who want to provoke problems or those who are confused or who don't know anything about this creative activity, fruit of human ingenuity, apparently immaterial that seems to "materialize" only via the written and published page. Poetry: one of the most complex arts and one of the most underestimated and economically disadvantaged. They ask the poets. I can only speak for myself. I write poems but I don't believe that the ego should be satisfied at all costs and at the expense of others or nature in order to feel happy and free. On the contrary, I believe in us, in sharing and in participation for the happiness and freedom of all. Neither do I count myself one of those that consider themselves sublime. I know that I am carrying out a task, even if no one asked me to do it, a task that I know is useful, necessary and indispensable to man and nature. Defending values and denouncing abuse, I use poetry instead of other means because I was born a poet or rapidly became one. A poet is a worker. But he isn't paid. Nontheless he works and his work is important, useful even if different, important and as useful as those more tiring trades: farm workers, metal workers, bricklayers and every other trade, science and art. It's a mistake to think that you only need to start writing and that's enough. It's not like that. The classic lesson teaches that the technique, the form, the style, invention are elements of poetry. I add the underlying cause. And now the other question: what use is poetry? Poetry helps stimulate a greater sense of ethics, it helps the astrophysicist, the biologist, the psichiatrist, the street artist, the photographer, the farmer, the priest and the soldier that refuses to kill, the vagabond in love with freedom. It serves not only to understand oneself but also others and the world in which we are guests. It serves to understand the need to give respect and help. Without love the world is dead. I call poetry: the other language. It evokes ethics and I recognize and appreciate it very much. Above all when poetry instead of using only words is made with better behaviour and help, support, siding with the just, defending the fragile, our environment and true justice. I call poets those I have met in my life who helped me when I could have died on the road without even a word of comfort. These masters of live poetry (via behaviour) I have met in both in Italy and in other countries. It's not true that they don't exist. So this what poetry is and what it's for. It's for making the world a better place. It should be spread as widely as possible, it should be studied together with the sciences and it should be found in parliament. In fact this doesn't happen and the results are catastrophic. Hypocrisy is never poetry even if it is written in verse. Vladimiro Rinaldi (apoesidi) |
PSICOLOGIA E POESIA di Caterina Camporesi
Le parole che sorgono sanno di noi ciò che noi ignoriamo di loro Esiste un particolare legame tra la psicologia, che è una scienza che analizza l'attività umana, e la poesia che n'è una delle più alte ed efficaci espressioni. È stato Freud il primo ad utilizzare un metodo scientifico per entrare nel funzionamento dei processi creativi. Arte e scienza sono entrambe impegnate ad intuire, e a conoscere, l'essenza del mondo e le sue leggi. Anche arte e nevrosi hanno qualcosa in comune: entrambe attingono energia dall'inconscio, luogo dove non esiste ancora la distinzione tra reale e fantastico. Questa dualità segna tanto il percorso psichico del nevrotico quanto quello dell'artista. A differenziare poi sono i processi di trasformazione: in un caso si ha il sintomo, (disturbo senza senso e per di più anche fastidioso) nell'altro l'opera d'arte (simbolo vero di qualcosa di misterioso e sicuramente più appagante). Essere poeta significa, soprattutto, fare risuonare dietro le parole la parola primordiale, rianimata dal processo creativo. La poesia, ha la possibilità, come l'inconscio, di "dire" l'"indicibile". Poco o niente, invece, la psicologia può dire sull'essenza della poesia, che compete alla sfera dell'estetico-artistico. Tuttavia, spesso essa si è lasciata tentare nel rintracciare nell'opera, i complessi personali dell'autore. Con la consapevolezza, tuttavia, che l'opera d'arte, non essendo una nevrosi, si realizza quanto più si allontana dal dato biografico. Giustamente Jung afferma che "la causalità personale ha con l'opera d'arte la medesima relazione che ha il terreno con la pianta che gli cresce sopra". Solo immergendosi nella mitologia inconscia il poeta raggiunge una pienezza di senso che va oltre la singolarità sino a coinvolgere l'intera umanità. Allorquando l'inconscio diventa esperienza, sposandosi con la coscienza del tempo, l'atto creativo rivela qualcosa dell'epoca nella quale si manifesta. Aperto alle forze dell'inconscio, il poeta, per essere in grado di accedere al simbolico, deve in un primo tempo separare il reale dal fantastico. Il lavoro della trasformazione, che porta al simbolo, avviene nel preconscio, luogo di passaggio fra l'inconscio e il conscio. Il preconscio conserva i contenuti inconsci, e il linguaggio, che lì staziona e attende, sa e non sa. Per potersi enunciare nella forma accettata si avvale delle funzioni del processo secondario, che trasforma i contenuti inconsci in parole. Il preconscio è un commutatore psichico che conserva le tracce delle sue prime esperienze costitutive. Esso è il luogo delle iscrizioni del linguaggio. Ogni parola che nasce è un'apertura all'ignoto. La scrittura mette in scena il noto e l'ignoto. La creazione si realizza, quando una parte del non detto comincia ad emergere. Così, s'inventa il proprio passato nel racconto, coprendo e rivelando. Il lavoro creativo mobilizza una violenza che a suo tempo non ha trovato parole per essere detta. La poesia rispetta la grammatica dell'inconscio: nello spazio creativo esperienze, ancora balbettanti, si possono articolare sino a diventare comunicazione. L'opera d'arte rappresenta la forma più elevata dell'esigenza di trasformare. Come dice Baudelaire: il poeta come il danzatore deve spezzarsi "mille volte in segreto le ossa prima di presentarsi in pubblico". |
PSYCHOLOGY E POETRY by Caterina Camporesi
Words that well up know things about us that we don´t know about them. There is a particular connection between psychology, a science that analyses human activity, and poetry, one of its highest and most efficient expressions. Freud was the first to use a scientific method to investigate how creative processes work. Art and science both strive to hypothesize, and to understand, the essential nature of the world and its laws. Art and neurosis also have something in common: both draw energy from the unconscious, a place where the distinction between reality and fantasy doesn´t yet exist. This duality is equally present in the mental paths of the neurotic and the artist. The difference lies in the transformation processes: in one case there is the symptom, (an annoying disturbance without sense) and in the other a work of art (a genuine symbol of something mysterious and definitely more satisfying). To be a poet means, above all, to bring out the primordial word behind the words, brought back to life by the creative process. Poetry can, like the unconscious, say what “cannot be said”. Psychology, on the contrary, can say little or nothing about the essence of poetry that is up to the aesthetic-artistic sphere. Nevertheless, psychology often allows itself to be tempted into retracing the personal complexes of the writer in the work. While anyway, being aware, that the greater the distance from biographical details the more the work of art develops, because it is not a neurosis. Jung correctly states that “the relationship between the personality of the author and work of art is the same as the relationship between the terrain and the plants that grow in it.” By immersing him or herself in the unconscious mythology the poet achieves a fullness of meaning that goes beyond the individual to involve the whole of humanity. When the unconscious becomes experience, marrying the awareness of time, the creative act reveals something of the age in which it occurs. Open to the forces of the unconscious, the poet, in order to be able to access the symbolic, must in the first instance, separate reality from fantasy. The work of transformation, which leads to the symbol, takes place in the preconscious, a place of transition between the conscious and the unconscious. The preconscious preserves the unconscious contents, and language, which rests there, knows and doesn´t know. In order to be able to enunciate in accepted format it makes use of the functions of the secondary process that transforms the unconscious contents into words. The preconscious is a mental switch that preserves the traces of its first formative experiences. It is the place where language is inscribed. Every word that is born is an opening to the unknown. Writing puts both the known and the unknown on the stage. Creation occurs when part of the unsaid begins to emerge. In this way, it invents its own past in the story, hiding and revealing. Creative work mobilizes a violence that at the time didn´t find the words to be expressed. Poetry respects the grammar of the unconscious: in the creative space experiences, still stuttering, can articulate themselves enough to become communication. The work of art represents the highest form of the need to transform. As Baudelaire says: the poet like the dancer must break their “bones a thousand times in secret before they appear in public”. |
Trattato da:
http://www.filidaquilone.it/num001camporesi.html
FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia
Numero 1
gennaio/marzo 2006
Il filo spinato della memoria
Saturday, 27 July 2013
Lettera aperta di un professore in psichiatria / Open letter from a professor in psychiatry
Il mio ringraziamento per questo scritto va ora al suo autore, il professore in psichiatria Giuseppe Francesconi che ha gentilmente voluto farne dono. Si tratta di uno scritto (a mo' di lettera) meritevole di pubblicazione, ed infatti dopo attenta lettura di esso ho deciso di pubblicarlo nel blog che dirigo, redigo e co-traduco: Progressi In Psichiatria Psychiatric Progress. Questo blog va inteso: di tipo divulgativo testimoniale,è in difesa dei diritti umani, dei pazienti e le pazienti etichettati "psichiatrici", della povera e indifesa gente, e finance in difesa dell'etica vera professionale: quella NON ostile ai pazienti e le pazienti. Perche’ il piu’ delle volte invece che ben trattati sono resi come degli ostaggi. E questo, invece che migliorare la salute, peggiora la loro situazione umana e quindi pure morale, psichica. Ne va di mezzo l’autostima. Dare spazio di "voce", di scrittura, testimonianza dal vivo e dal vero a coloro ai quali e alle quali la voce , la testimonianza, viene alienata, non viene dato di avere. Perchè? A chi fa tanto paura la testimonianza di chi soffre? Forse perchè ricorda un po' le famigerate leggi razziali di Hitler e Mussolini, i maltrattamenti, la clausura forzata, lo sterminio dei malati di mente; come quella degli zingari, dei contrari al potere nazista e fascista, dei disabili, degli omosessuali, degli ebrei, eccetera; l' olocausto l'orrendo storico dei campi di sterminio, i traumi che le guerre infliggono? Ehi voi che vi considerate sani di mente e dirigete il mondo, datevi una calmata! State ri-facendo un macello, state ri- percorrendo ancora quella strada. Cambiate direzione! Onorate San Francesco Di Assisi...almeno Franco Basaglia. Agli internati e alle internate di allora non era dato fare udire la loro disperata, torturata, umiliata voce. E oggi? Ringrazio tutti e tutte coloro che sostengono l'impegno di lotta allo stigma e i maltrattamenti di qualsiasi genere.
Vladimiro Rinaldi |
I would like to thank the author of this text, the professor in psychiatry, Giuseppe Francesconi, who has given it to me. The text, in the form of a letter, is well worth publishing and after reading it carefully I decided to publish it in the blog that I run: Progressi in Psichiatria Psychiatric Progress. This blog aims to spread first-hand information in defence of human rights, in defence of patients, including the patients labelled as “psychiatric”, in defence of poor and vulnerable people and even in defence of ethics, genuine ethics not hostile to patients. Rather than being well treated, psychiatric patients are often treated like hostages. Instead of improving their health, this worsens their human condition and therefore also hurts them morally and psychologically. Their dignity is damaged. The blog provides a space for the voices, the writings, live accounts by those whose voice and evidence has been alienated, denied permission. Why? Who is afraid of the evidence from people who are suffering? Maybe because it recalls a little, the infamous race laws, the ill-treatment, the forced seclusion, the extermination of the mentally ill; like that of the gypsies; the opposition to the Nazi and fascist powers of Hitler and Mussolini, the disabled, the homosexuals, the Jews et cetera; the horrendous Holocaust of the extermination camps, the traumas inflicted by war. Hey you that consider yourselves sane and that run the world, slow down! You are creating another catastrophe. Once again you are going down that same road. Change direction! Honour St Francis of Assisi or at least Franco Basaglio. The desperate, humiliated, tortured voices of those who were interned then, were rendered inaudible. And today? My thanks go to all those who support the fight against the stigma and all types of ill-treatment.
Vladimiro Rinaldi |
Caro Pier Luigi, questa mia lettera è per chiederti un consiglio ed un aiuto in quanto mi trovo molto incerto e confuso in merito ad una richiesta che mi è stata fatta da un vecchio amico e paziente, che ho curato per tanti anni per una depressione ricorrente, talvolta con qualche momento di euforia breve e transitoria. Il mio amico Giuseppe è venuto alcuni giorni or sono da me perplesso ed angosciato e questo è il suo racconto: "Caro amico, come sai ogni tanto nella mia vita mi sono trovato sprofondato nel pozzo della tristezza, senza speranze e senza futuro ma mi sono ripreso con il tuo aiuto e quello dei medici che mi hanno curato, ma ora non c'è soluzione, la morte di mia moglie ha lasciato un vuoto incolmabile, i miei figli sono lontani, che mi resta? Non volevo disturbarti perciò sono andato al CIM, scusa mi hanno detto CSM o DSM, non ricordo bene, vicino a casa mia per rivolgermi al dott. P, che tu conosci, e mi ha ricevuto una signora, in verità molto gentile, medico, infermiera o assistente sociale non saprei, perché si è qualificata come Operatrice del servizio, che mi ha detto che il medico era ormai in pensione da anni. Allora ho chiesto del suo aiutante il dott. M che però è stato trasferito in altro servizio: non c'è problema vado da lui. Non è possibile mi è stato risposto, non è il suo CSM: ma non ho diritto alla libera scelta del medico e del luogo di cura? Ma poi mi interpella l'Operatrice, lei quanti anni ha? Quasi 80, dico ed allora, lei risponde, deve andare dal Geriatra, qui caro signore lei non è più di nostra competenza e poi lei ha un tremore alla mano quindi al massimo deve andare dal Neurologo. Ma come se mi hanno sempre curato gli psichiatri? E questo neuro-geriatra chi è? Allora, ho pensato, non c'è che una soluzione: ricoveratemi alla clinica Villa M....! Dove sono stato altre volte con qualche flebo e un pò di farmaci in breve tempo mi hanno tirato fuori da questa palude.
Caro signore, mi ha risposto la gentile Operatrice, dal 1° gennaio le Cliniche non esistono più: le abbiamo sostituite con strutture multi presidi territoriali: Vede , caro signore, quante cose ci sono! Certo dico io, prima c'era solo l'Ospedale S. Maria della Pietà, poi l'Ospedale di Ceccano di 2^ classe, infatti era diretto da un Primario di 2^ categoria (nel ruolo dei medici della Provicia di Roma c'erano i primari di 1^ e di 2^ categoria) ed infine a Genzano c'erano i "mentecatti cronici tranquilli" art. 66 del Regolamento manicomiale della legge 1904. Chissà questi in quale SS saranno collocati? Certamente oggi sono stati creati 5 gironi nell'inferno della psichiatria: chissà se si potrà riemergere o almeno navigare tra un girone e l'altro con la barca di Caronte, sempre pagando il biglietto alla UVM? Allora comunque vada, ricoveratemi. Va bene, dice l'Operatrice, adesso le fisso una visita con il nostro CSM tra tre settimane? Sempre che il nostro medico sia d'accordo e la commissione UVM dia il suo parere, appena sarà costituita dopo la nomina da parte della ASL. Ma come, dico io, in tre settimane per solito guarisco e che cos'è questa UVM, di tipo politico-burocratico? Unità di vivisezione malati, non basta il parere del medico, come può una commissione sindacare il giudizio del medico curante? E poi come farà? Ci sarà un manuale diagnostico statistico presidi un un nuovo DSMP (manuale diagnostico statistico Polverini) e se i vari membri non sono d'accordo e se il parere del medico curante, non parlo dei medici privati che ormai non vengono nemmeno presi in considerazione, ma del medico pubblico del CSM, viene ignorato che si fa: sono previsti tre gradi di giudizio per il ricorso o ci sarà il processo breve? Mi voglio ricoverare, ho detto, al S. Giacomo mi sta vicino casa. Il SPDC del S.Giacomo non è più operativo, mi risponde sempre la gentile signora, e poi non è di sua competenza ed inoltre bisogna vedere se al SPDC c'è posto perché può essere inviato anche a Frascati o a Civitavecchia o a Ceccano o dove c'è posto. A questo punto ho pensato è meglio che me ne vada, c'è ancora la deportazione dei malati, rischio brutto, Per questo sono venuto a chiedere il tuo aiuto. Adesso ti spiego. Tornando a casa ho incontrato Luigi, tu lo conosci è il figlio di Maria la Portiera, che adesso fa il portantino alla Clinica S.Maria di ..........., che mi ha proposto il ricovero in questa clinica, reparto ortopedico convenzionato, e d'accordo con la caposala tu potresti venire a farmi qualche flebo e stabilire la terapia per la mia depressione, naturalmente senza che nessuno sospetti di niente." Caro Pier Luigi, qui finisce il racconto del mio amico-paziente Giuseppe, Che ne pensi? Posso andare nottetempo a fare flebo e terapie di nascosto? Rischio con l'ordine dei medici? Non credo: l'Ordine se ne sempre fregato dei problemi della psichiatria come pure della qualità della assistenza sanitaria e della dignità dei medici e poi che mi può fare, alla mia età non vado nemmeno in carcere. Ma un altro problema mi tormenta: alcuni ricordi che affiorano alla mia mente, ricordi di tanti anni fa che come fantasmi si aggirano nei miei sogni, ed al risveglio non so se sono ricordi o fantasie ipnopompiche. Mi puoi aiutare? Mi sembra che negli 60-70, 68?, ci fu una legge che all'articolo 4 apriva a tutti ed in tutti gli Ospedali Psichiatrici il libero e volontario ricovero. E poi nel 1978 la legge 833 non recitava che ogni cittadino aveva il diritto alla libera scelta del medico e del luogo di cura, diritto sancito anche dalla Carta Costituzionale, e che tutti devono essere assistiti e curati senza alcuna distinzione per la razza, per la religione, per l'appartenenza politica per le loro tendenze comportamentali? E allora quante persone venivano trasferite dal S. Maria della Pietà ad altri Ospedali Psichiatrici, a Ceccano, a Volterra, a Rieti, a S.Elia Fiumerapido, ad Ancona; ed oggi? Se ricordo bene nell'intenzioni di molti di noi c'era la realizzazione di una assistenza che eliminasse la discriminazione sempre esistita per le persone con problemi psichici in modo che queste potessero avere le stesse possibilità di assistenza e gli stessi diritti di tutti gli altri cittadini. Questo non mi sembra oggi realizzato! Ma è così in tutta Italia o ogni Regione fa come più gli conviene? Caro Pier Luigi non credo che troverò risposte: ci sono speranze? Penso nei momenti più sconsolati che ci vorrebbe un'altra riforma anzi più che una riforma una rivoluzione: Io sono pronto!
Saluti cari Giuseppe Francesconi. |
Dear Pier Luigi, I am writing to ask your help and advice as I feel uncertain and confused in the face of a request from an old friend and patient, who I have treated for many years for a recurring depression, sometimes with a transitory moment of euphoria. My friend Giuseppe came to me a few days ago, confused and worried, and this is his story: "Dear friend, as you know every so often in my life I have found myself sunk in the depths of sadness, without hope and without future but I have recovered with your help and that of the doctors who have treated me, now, however, there is no solution, the death of my wife has left an unfillable emptiness, my children are far away, what have I left? I didn't want to disturb you so I went to the CIM, sorry did they say CSM or DSM, I don't remember, near where I live to ask for Dr. P.,you know him, and I was met by a lady, to be honest a very kind lady, I don't know if she was a doctor, a nurse or a social worker because she introduced herself as a service practioner. She told me that the doctor had retired years ago. So I asked for his assistant Dr.M but he has been transferred to another service: it doesn't matter I'll go to him. That's not possible, I was told, it's not your CSM: but haven't I the right to a free choice of doctor and place of treatment? But then the lady practioner asked me, how old are you? Almost 80, I said, well she replied, you need to go to Geriatrics, here my dear sir, you are no longer our resposibility and whatsmore your hand has a tremor so you probably should see the Neurologist. But I've always been treated by the psychiatrists? And who is this neuro-geriatrician? Well, I thought, there's only one solution: get myself into the clinic Villa M....! I've been there other times and they have got me out of this swamp quickly with some drips and medication.
My dear sir, the kind Practioner replied, from 1st January, the clinics no longer exist: we have replaced them with multi-care regional facilities: You see, dear sir, how many options there are! Indeed, said I, before we only had the Santa Maria della Pietà Hospital and then the second class Hospital at Ceccano, in fact it was directed by a category 2 Chief doctor (in the official list of doctors for the Province of Rome there were first and second category chief doctors) and finally at Genzano there were the "tranquil chronic imbeciles" art. 66 of the Regulation for asylums according to the law 1904. Who knows to which SS these will now be assigned ? It's clear that today 5 circles of suffering have been created in the Hell of psychiatry: who knows whether it's possible to re-emerge or at least to navigate between one level and another on Charon's ferry boat, paying the ticket of course at the UVM? Well in any case, I want to be admitted. Alright, said the Practioner, I'll arrange an appointment for you with our CSM within three weeks? Providing that our doctor agrees and the UVM commissione gives its opinion, as soon as it is set up after nomination by the ASL. What, said I, I usually get better in three weeks and what is this politico-burocratic UVM? Unit for vivisection of patients, isn't it enough to have a doctor's opinion, how can a commission judge the opinion of the patient's doctor? And what will it do? Is there a statistical diagnostic manual a new DSMP (Polverini statistical diagnostic manual)and if the various members don't agree and if the opinion of the patient's doctor is ignored ( I don't mean a private doctor these aren't even taken into consideration, but the public CSM doctor what happens: are three levels of appeal foreseen or will there be a "fast track" trial? I want to be admitted at San Giacomo because it is near home. The SPDC* isn't operational anymore, the always kind lady told me, and then we need to see if the SPDC has a bed because a patient can be sent to Frascati or Civitavecchia or Ceccano or wherever there is a bed free. At this point, I thought, it's better to leave, deportation of the sick still exists, I'm running a horrible risk. This is why I have come to ask your help. I'll explain. On my way home I met Luigi, you know the son of Maria the Concierge, he now works as a porter at the S.Maria di ..........., and he suggested that I could get admitted into the public orthopedic section, and with the ward sister's agreement, you could come and prescribe me a few drips and stabilize my depression, without anyone suspecting anything of course." Dear Pier Luigi, this is where my patient friend Giuseppe's story finishes. What do you think? Can I go at night and treat him in secret? Do I risk anything with the Order of Doctors? I doubt it: the Order has never bothered with the problems of psychiatry nor with the quality of the health service or the dignity of doctors and anyway what could they do to me, at my age I wouldn't even go to prison. But another problem torments me: memories that come back to mind, memories of many years ago that float like ghosts in my dreams and when I wake I don't know if they are memories or hallucinations between sleep and wakefulness. Can you help me? I think that back in the sixties-seventies, maybe sixty eight, there was a law where article 4 opened all the Psychiatric Hospitals to everyone and for everyone with free and voluntary admission. And then in 1978 didn't Law 833 stipulate that every citizen has the right to the free choice of doctor and place of care, a right set out also in the Consitution, and that everybody must be looked after and treated without any distinction for race, for religion, for political belief or for behaviour? And so how many people were transferred from S. Maria della Pietà to other Psychiatric Hospitals, a Ceccano, a Volterra, a Rieti, a S.Elia Fiumerapido, ad Ancona; and today? If I remember well, many of us wanted to create a service that eliminated the discrimination that has always existed for people with mental problems so that they could have the same possibilities of treatment and the same rights as all other citizens. Today, I don't think that we can say that this has happened. but is it the same everywhere in Italy or does each Region do as it wants? Dear Pier Luigi I don't believe that I will get answers: but is there hope? In the darkest moments, I think that another reform is needed in fact. more than a reform a revolution: I am ready!
Kind regards Giuseppe Francesconi. |
*
SPDC - Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura [Psychiatric Service for Diagnosis and Treatment]
UVM - Unità Valutativa Multidisciplinare [Multidisciplinary evaluation unit]
DSM - Dipartimento di Salute Mentale [Department of Mental Health]
CSM - Consiglio Superiore della Magistratura [Judicial Council]
CIM - Centro di Igiene Mentale [Centre for Mental Hygiene]
ASL - Azienda Sanitaria Locale [Local Health Boards]
Tuesday, 2 July 2013
Un anno di internamento in più
Ospedali Psichiatrici Giudiziari
Il 31 marzo scorso era la data in cui “ufficialmente” i sei OPG (Ospedali Psichiatrici Giudiziari) presenti in Italia, dovevano chiudere. Almeno secondo le disposizioni della legge 9/2012. Il termine chiudere forse può essere fuorviante. In realtà si stabiliva che gli attuali “ospiti” (1400 circa) avrebbero ricevuto le cure necessarie in strutture sanitarie. Alla fine è stato tutto rimandato al 1 aprile del 2014.
Se ne riparla fra un anno. In fondo neanche tanto tempo considerando che gli uomini e le donne cui ci si riferisce sono da decenni reclusi in strutture disumane. Un anno in più o in meno che vuoi che sia! Bisognerebbe sentire i diretti interessati cosa ne pensano e magari organizzare un’evasione di massa da strutture disumane considerate non degne di un paese civile secondo il Comitato per la prevenzione della tortura del Consiglio d’Europa che le visitò nel 2008.
Bisognerebbe chiedere il parere a tutti gli internati e a tutti coloro che subiscono o hanno subito la costrizione della propria libertà in quelle che, il sociologo Goffman, chiama istituzioni totali. Le istituzioni totali sono i conventi, le caserme, le carceri – in certi casi i collegi e gli ospedali – i manicomi e tutti quei luoghi dove sono ravvisabili le seguenti caratteristiche: uno stretto controllo dall’alto da parte di una componente della popolazione (staff) rispetto ad un’altra (ospiti); l’essere una società altra a se stante che ti può portare a vivere in totale esclusione/separazione da quella umana in generale; una organizzazione gerarchica formalizzata della struttura, dei tempi e della vita al suo interno (orario dei pasti, relazioni, divieti, etc.). Non bisogna certo dilungarsi per dire come tutto ciò vada rifiutato, ma è bene conoscerne caratteristiche e definizioni.
In questo la triste sorte degli internati degli OPG diventa così l’esempio negativo di cosa siano questi luoghi di tortura e sofferenza, le cui normative fanno capo al fascista Codice Rocco del 1930, e che ancora si applicano nelle sei strutture che si trovano a Napoli, Aversa, Barcellona Pozzo di Goto, Castiglione delle Stiviere, Montelupo Fiorentino e Reggio Emilia.
Ancora un anno dunque. Lungo, infinito, in cui tutto può accadere. Alla fine però ci sarà la fine di una pena senza fine? Forse. O si andrà in tanti piccoli manicomietti, gestiti da cooperative private? Qualcuno si è chiesto se le 1400 persone di questi sei lager di stato hanno una famiglia, potranno essere seguiti, sostenuti, aiutati da qualcuno? Chi li aiuterà? In che tessuto sociale verranno reintegrate? E come? Queste ed un milione di altre domande fra tecnicismo, retorica e profondo senso della dignità umana devono necessariamente accompagnarsi alla vicenda, al fine di avere il miglior esito possibile.
Sarà difficile, molto. Anche perché la questione non riguarda solo i 1400 individui segregati, e le loro storie, i loro nomi, le loro vite negate, etc., ma interessa anche tutto il mondo che sta ed è stato loro attorno. Chi ha gestito questi OPG, con quali soldi, quali incarichi, progetti e obiettivi? Chi sono i professionisti che dirigono e lavoravano in queste strutture? Il pensiero che li riguarda assume un aspetto sociale e culturale che pone l’interrogativo di come e quanto il loro lavorare e vivere – magari senza accorgersene – sia presente nella società immediata che li circonda, sia testimonianza di questa e quanto venga alimentato da essi stessi, ingranaggi di un meccanismo stritolatore di cui inconsapevolmente, in qualche caso, sono i portatori cronici di un’infezione gerarchica pericolosa.
E tutto ciò in una società malata come la nostra, non solo perché affetta dalle patologie veicolate dallo stato e dal mercato, ma perché impoverita di tutto il patrimonio difensivo (verrebbe da dire di anticorpi sociali) sviluppato dalle lotte antifasciste, sindacali, civili, di cui rimane solo un tenue e nebuloso ricordo in un quadro sociale italiano dove alla comunità viene contrapposto l’atomizzazione individualista, ai diritti vengono preferiti i privilegi, in una guerra fra poveri infinita.
Pur stando nel paese della riforma basagliana della psichiatria, ancora c’è qualche ciarlatano che preferisce legare, imbottire di sedativi, bruciare neuroni con la TEC (Terapia elettroconvulsivante, meglio nota come elettroshock). Pur stando nel paese dove sono stati chiusi i manicomi, non è detto che tutte le loro caratteristiche non siano state traghettate per intero all’interno dei piccoli reparti di psichiatria.
La vicenda Mastrogiovanni è esemplificativa in merito. E non basta. Si deve ricordare che quanto detto in merito all’essere vittima di una istituzione totale valga in generale anche per chi si ritrova impiccato in cella, o vola da una finestra di una questura (Giuseppe Pinelli), o viene massacrato di botte durante un fermo (Giuseppe Uva), o muore in un CIE (Fatih) o all’aria aperta, in una strada di Ferrara (Federico Aldovrandi) e … l’elenco non finirebbe più, ma quanto detto serve unicamente a contestualizzare il problema dei 1400 internati e della società che li circonda.
E’ difficile dire come dare un aiuto a loro durante questo anno, in termini di calore umano, relazioni, vita dignitosa (dormire, mangiare, ridere, etc.), e così via. Di certo in termini politici e di informazione seguire le loro sorti, sostenere la loro liberazione, parlarne (ma non basta) sono le prime cose utili da fare.
firmato Giordano
tratto da Umanità Nova
http://www.umanitanova.org/n-14-anno-93/un-anno-di-internamento-pi%C3%B9
Monday, 29 April 2013
Brucia il museo della Resistenza a Copenagen/The museum of the Resistence in Copenhagen burns
In questo blog ho scritto dell'importanza dei musei della Resistenza e ho descritto ed eseguito delle riprese fotografiche del museo che sta a Copenaghen. Adesso a pochi giorni prima dell'anniversario della Liberazione della Danimarca (5 May 1945) è successo l'incendio. Non può che dispiacermene. Moltissimo.
Vedi il mio articolo precedente
Il museo conteneva molti oggetti di valore storico e storiografico: documenti dall'epoca dell'occupazione tedesca della Danimarca dal 1940 al 1945 e della Resistenza del popolo danese.
La maggior parte di questi importanti oggetti di valore storico e storiografico sono stati salvati. Ma per altri importanti oggetti non e' stato possibile.
In totale sono state salvate 600 scatole da trasloco contenenti fotografie, documenti, uniformi e armi. Il che non e' poco.
Il museo userà tecniche speciali per asciugare gli oggetti che sono stati bagnati dall'acqua degli idranti dei vigili del fuoco. I manufatti degradabili e resi bagnati vengono congelati in attesa di essere poi scongelati e restaurati in ambiente idoneo con tecnica adeguata allo scopo.
Nulla degli oggetti più significativi e' andato perduto - dice Jesper Stub Johnsen, responsabile della conservazione.
L'incendio è divampato la notte tra sabato e domenica del 28 aprile. L'allarme è scattato intorno alle ore 01:45 della mattina della stessa domenica . I vigili del fuoco hanno lavorato febbrilmente per 10 ore nel rimuovere tutti gli elementi e il materiale d'archivio dall'edificio.
Si è trattato di un incendio non di poco conto, di un incendio grosso, durato più di trenta ore. Le ultime braci dell' incendio del museo si sono spente lunedì mattina.Le indagini indicano una causa dolosa. Chi potrebbe avere interesse a compiere un atto tanto esecrabile?
Vedi il video fatto dei vigili del fuoco verso la fine dell'intervento/See the video made by the fire service towards the end of the operation
In this blog I have written about the importance of museums of the Resistence and I described and photographed the museum in Copenhagen. Now a few days before the anniversary of the liberation of Denmark (5 May 1945) there has been a fire at the museum. This cannot but upset me very much.
The museum contained many valuable items and documents from the German occupation of Denmark in 1940-1945.
Most of the museum's most important valuables were salvaged. Other objects could not be rescued out of the burning building.
A total of 600 boxes of irreplaceable photos, documents, uniforms and weapons have been secured.
The museum will use special techniques to dry the objects that were soaked by the water from the firemens' hoses. The items that cannot be dried quickly will be deep frozen to avoid damage in the meantime.
None of the most valuable objects have been lost - said Jesper Stub Johnsen, Head of Conservation.
The fire began late Saturday evening. The alarm went off around 01:45 on Sunday 28 April. The firemen worked feverishly for 10 hours to remove the archived material from the building
It was a serious fire lasting more than 30 hours. The police now suspect arson. Who could be interested in such a despicable act?
Friday, 15 March 2013
Enigma
Vladimiro Rinaldi (Vladimiro Rinaldi e Ranuzzi)
Ti immagino già in biblioteca o in giro inseguendo pratiche. Ti parlo del quartiere, di me. Nonostante piova e la gente sorrida di meno. C'era un pesco, ieri, vicino casa tua. Aveva alcuni boccioli spuntati come per farci coraggio. Un esile pesco che appariva quasi surreale, metafisico. Di sua dignitosa Resistenza capace, contro il maltempo e il grigiume dei palazzi. Quartieri "popolari", banlieues o favellas del mondo dove i politici ed altri Vip hanno mai abitato. Allora quell' alberello ottimista e meraviglioso ho ringraziato. L'anima nostra e quella di Dio, in pace. Preghiera in dialetto e albero. Luogo plebeo, degradato ma più innocente di tutte le superbe basiliche, cattedrali, templi sinagoghe, partiti. Spirito della natura, l'anima dell'albero semplice e di noi e di Dio ho pregato, come un selvaggio smarrito. Il sacro buono, la pace che nelle piccole cose si rivela. |
I imagine you already in the library or around following up cases. I talk to you about the local area, about me. Even though it's raining and people smile less than before. There was a peach tree, yesterday, near your home. Some of its buds were just opening as if to give us courage. A slender peach tree almost surreal, metaphysical. Its dignified Resistence capable, against the bad weather and the greyness of the appartment blocks. Working class areas, banlieues or favellas of the world where the politicians and other Vips have never lived. So I thanked that tree optimistic and marvellous. Our soul and God's in peace. Prayer in dialect and tree. A common place, run down but more innocent than the superb basilicas, cathedrals, synagogues, political parties. Spirit of nature, the soul of the simple tree and of us and of God I prayed, like a lost savage. The sacred good, the peace that reveals itself in the little things
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Wednesday, 6 February 2013
La scuola e´responsabile dell´affaticamento mentale e fisico degli studenti? / Do schools put too much pressure on kids?
La scuola e´responsabile dell´affaticamento mentale e fisico degli studenti? Lo è.
Scuola come istituzione e qualità dell’insegnamento e dell’apprendimento oppure, al contrario, scuola come degrado dell´insegnamento e, di conseguenza, pure dell' apprendimento sono temi discussi, se ne discute soprattutto nelle famiglie.
Una scuola che funzioni bene, certamente non genera senso di disagio o frustrazioni agli studenti e alle studentesse (e nemmneno ne crea al corpo docente) . Funziona e basta.
Una scuola che funziona male crea un grave disservizio alla cittadinanza, all’educazione (cultura) oltre che molti conflitti: sia agli studenti e alle studentesse sia al personale docente .
Da sempre esiste in Italia la scuola da classi sociali, diversificata. E una scuola da classi sociali, diversificata e’ una scuola che non funziona, e’ una scuola che degrada se stessa, l’immagine del paese, i cittadini e le cittadine e persino il senso civico, il significato etico della scuola. Degrada il significato della democrazia.
Noi ci battiamo perche’ la scuola da classi sociali, diversificata cessi di essere tale, per una scuola migliore. Per strutturazioni e impegno allo studio delle materie scolastiche, impegno che va pianificato e stimolato benignamente e non preteso o costretto. Con le cattive maniere e le cattive scuole non si ottiene nulla di buono, si ottiene solo il degrado che si aggiunge al degrado,la sofferenza. La scuola non deve essere concepita come luogo di stress, umiliazione e memorizzazione di obsoleti nozionismi, tra l’altro neppure spiegati in modo chiaro e accettabile.
Ho conosciuto insegnati degni di elogio per come si comportano con gli studenti e le studentesse. Potrei fare dei nomi. Gli insegnanti e le insegnanti (e i presidi e le presidi) meritevoli, gentili, che aiutano veramente i ragazzi e le ragazze che studiano. Elogi a chi studia e a chi insegna andrebbero dalle istituzioniE chi non riesce aiutato e autata con amore e aiuti. Ma l’Italia (salvo eccezioni) e’ sempre stato paese classista, purtroppo, e il classismo altro non e’ che una variante del razzismo. Essere figli di operai o di professionisti, e a seconda dei quartieri, figli della scuola diversificata, si e’ avuti. Molto incivilmente realizzando e considerando sia la scuola sia la cittadinanza. Si e’ avuti un mentalità o un altra.
L’ Unione europea non ci fa ancora sentire cittadini di una realizzata uguale per tutti patria noi i cittadini cittadine degli stati membri. Si comporta in tutto e per tutto all’Italia unificata che in materia di diritti e di uguaglianza sociale e ambientale non e’ mai esistita. Quindi e’ come se l’Unione europea (per i cittadini e le cittadine poveri degli stati membri) imitasse in tutto e per tutto l’Italia dall’unita’ ad oggi capace di avere realizzato solo il fascismo.
E per cio’ che concerne l’universita’, che rientra , e come , nei criteri della cultura, dell’educazione..
I programmi Erasmus vanno ampliati e non mortificati con scuse di vario genere tra cui la crisi economica. Crisi economica che colpisce, guarda caso, soprattutto i cittadini e le cittadine poveri. I ricchi li tutela. L’Unione europea faccia scuola di civilta’ a se stessa e incominci con il dare il buon esempio con una politica vera di pace, di diritti per la povera gente e per l ‘ ambiente. Che si auto realizzi veramente democratica, unita, civile, e definisca i suoi parametri di civilta’ nel senso di federazione di stati e con una costituzione veramente democratica e valida per tutti e tutte , e non con due leggi (come accade in Italia) una per i ricchi (quella migliore) e una per i poveri (quella peggiore), a conti fatti. Che i capitali dei ricchi vengano perseguiti e fatti confluire nel sociale e a difesa dell’ambiente , e per difendere l’economia dei poveri, quella vera, reale, della gente, di tutti i giorni, delle famiglie, dei pensionati poveri, dei disoccupati, degli studenti e le studentesse, degli ammalati, e della scuola in quanto tale.
Oltree che delle piccole e medie imprese non imbroglione e capaci di riportare la qualita’ e non la quantita’ dell’economia globalizzata ed economia di mercato fuori dell’Europa e,per di piu’,inquinante.
Bisogna che la scuola sia sinonimo di benessere morale, culturale, ideale, strutturale, e non di malessere. Scuola con personale gentile, preparato e applicabile filosofica valida metodologia. Questo non significa che la’ dove un po’ di autorità sia richiesta venga del tutto a mancare. Ma con la qualita’ , la pazienza , la responsabilita’ , la comprensione e gli ambienti sani: armoniosi, accoglienti: si possono ottenere ottimi risultati.
Il contrario di cio’ e’ solo squallida retorica.
Non più, quindi, scuole che sembrano caserme o carceri ma scuole disegnate, progettate, pensate bene, a livello ingegneristico, architettonico e ambientale. Scuole accoglienti, con buona illuminazione (la qualita’ della luce e’ importante, luce soprattutto di tipo naturale) per la salute della vista e per il morale. Ambienti scolastici pure per gli studenti e le studenetsse (non solo per i presidi,direttori ed altri ed altre) termo-acusticamente a regola. La salute intesa tout court, e per tutti e tutte, e’ la salute. E la salute va intesa sia fisica che morale, psichica. Scuole con le mense che devono essere intese igieniche e fornite di cibo di qualita’ (cultura dell’alimentazione). Vale tanto per le scuole nei quartieri degradati che per le scuole nei quartieri alti . Perchè ? Come? Semplicemente perche’ oltre al buon senso e la mancanza di cinismo e di classismo la vera democrazia e la costituzione vanno applicate. Vanno intese etiche. Stato di diritto non più inteso diverso secondo la classe sociale. Nel vero rispetto della costituzione, dell’uguaglianza e della vera giustizia,in primis quella sociale.
A proposito del metodo. In filosofia esiste qualcosa che non tutti sanno, ' il metodo ' . Se reso etico e applicato in pedagogia ha molto senso. Ai fini del migliore apprendimento. Esso (il metodo) non va affatto ignorato o sottovalutato ma va appreso e, prima ancora, va insegnato etico ai politici, ai pubblici amministratori, ai presidi e ai docenti, i quali a loro volta lo devono insegnare (molto bene) agli studenti e alle studentesse. Il metodo ( l'analisi e l'applicazione di esso nell’ apprendimento scolastico) aiuta moltissimo. La scuola non puo'continuare ad essere concepita e pretesa come un fatto costrittivo. Equivalrebbe a una violenza.
Meglio intenderla e realizzarla come un'istituzione votata al rispetto da parte di tutti e tutte verso tutti e tutte e verso la natura,ivi compreso lo spazio vitale, e ivi compreso lo sviluppo sostenibile. Ignorare queste cose e’come ignorare la vita. Purtroppo di politici ignoranti e corrotti c’e ne stanno fin troppi, con le lauree, i dottorati, i professorati, veri oppure no.
Gli studenti e le studentesse vanno seguiti bene, rispettati e rispettate (e pure le loro famiglie, che sono spesso in difficolta’ economica o di altro genere ) .Vanno educati ed educate nel rispetto del prossimo, della natura e di se stessi che gia’ vivono le loro pene dettate dall'età evolutiva e le sue implicazioni o problematiche. Che la scuola, che le istituzioni , non ne aggiungano altre di sofferenze. Sono preposte per risolverli i problemni ai cittadini e le cittadine, non per creargliene.
E scuola pure pensata, ragionata, pianificata tenendo conto della salute psichica. Perche' la scuola si e' spesso resa responsabile di efferrate ingiustizie. Finanche va pensata e realilizzata con le giuste attrezzature , resa moderna, aggiornata, sempre; e pensando pure al fattore economico del corpo insegnante. I tagli alla scuola invece che i miglioramenti per la scuola sono un'insulsaggine politica gravissima oltre che un insulto alla ragionevolezza e alla dignità, alla cultura.
Purtroppo l´evidenza dei torti istituzionalizzati e beceri e´ tale che si e´come indottrinati a non colpevolizzare mai le istituzioni (tra cui l'istituzione della scuola) ma addirittura a prendersela con gli studenti e le studenesse, coi cittadini e le cittadine che soffrono i torti e sono messi in castigo (Tacere, non protestare, brutti voti e sensi di colpa agli studenti e le studentesse). Una volta, mica tanto tempo fa´, presidi e insegnanti laici o religiosi o religiose, gli studenti addirittura picchiavano con dure lunghe bacchette. Di cui la parola: bacchettoni. E si ha ragione di temere che in qualche parte sia ancora cosi´.
La scuola produce stress, invece che cultura. Produce piu´stress che cultura utile, specialmente in coloro che non hanno la fortuna di vivere la normalita’ nei paesi piu´progrediti. Esiste la scuola di classe. Il classismo in Italia e´duro a morire, produce basso livello di civilta´, induce al bullismo e alle sport brutali o pratiche comunque cruenti.
I ricchi non solo mandano i figli e le figlie nelle scuole migliori, in Italia e all ´estero ma persino gia´riservano loro (per quando andranno a “lavorare” ovvero : a dirigere.. ) posti di carriera. E non cambiano la mentalita´. Dispotici verso i poveri erano i loro genitori ed ora lo diventano loro ancor di piu’; sprezzanti, millantatori, arroganti e pure....molto ignoranti. Esiste lígnoranza dei modi civili, del rispetto per il prossimo. Salvo eccezioni, chi comanda in politica, in economia, in giurisprudenza, in pedagogia difende la gerarchia e crea stress ai sottoposti.
Mentre i programmi sono fin troppo obsoleti e le strutture scolastiche nelle periferie urbane paiono piu´ delle topaie o caserme che luoghi di cultura. Una scuola cosi´e´una scuola che non istruisce adeguatamente, non prepara i futuri cittadini e le future cittadine, e´una scuola che non funziona, che non si puo` amare, che terrorizza, e crea ansia e depressione e senso del bullismo. In quanto e´ essa stessa prevaricatrice del diritto alla dignita´. Ci sono scuole in periferia che hanno sbarre alle finestre, colori orrendi da caserma di polizia, e nemmeno hanno nei bagni la carta igienica e i coperchi del water.
Ho conosciuto gente molto sensibile che si e´ammalata di scuola. Gente che ha finito per odiarla la scuola, l´ha dovuta lasciare per via del pessimo comportamento dei presidi e degli insegnati non idonei per loro stessa impreparazione e stato mentale pericoloso, peggiorato dallo stress.
Non si impara niente in scuole così. E le hanno sempre volute e progettati così le scuole per i poveri. Lo aveva capito bene Don Milani. Vedi http://it.wikipedia.org/wiki/Lorenzo_Milani
Vladimiro Rinaldi
Yes, schools often put too much pressure on kids. The school is (should be) the place of formation and culture conceptually speaking. The school is where the child comes into contact with the society in which they live.
However all schools and teachers are different. There are factors which cannot be controlled by the individual school such as the construction and the scholastic programme. Unfortunately there are school buildings that look like barracks; their architecture is ugly and depressing, bars on the windows and lack of outdoor space. No child dreams of such a school. This type of school already exerts a negative pressure before learning begins. Then there are scholastic programmes that the school is obliged to follow which are rigid, unimaginative and irrelevant.
Nevertheless the key issue for the way a child perceives their school is neither the building nor the programme: it is the atmosphere that exists within their school. This atmosphere is created by the way the staff treat the children and each other and the way that children are encouraged to interact.
Children have different abilities and they learn in different ways and at different speeds. When teachers favour one group at the expense, or worse denigration, of the rest of the class then an enormous negative pressure is generated. This negativity sews the seed for one of the worst aspects of school: bullying amongst the children.
On the other hand in those schools where respect for the dignity of each individual is required, children are more likely to strive to achieve the best they can than to give up or rebel in despair.
The responsibility of the school authorities is therefore fundamental in setting the scene. They maintain the building facilities, design the scholastic programmes and training programmes for teachers and select the school leaders. These leaders and teachers create the atmosphere that the children live everyday at school. If the atmosphere is poor, then unfortunately for many children, the pressure from school will be too much. The child will lose and so will the society that failed them.
Vladimiro Rinaldi
For some information about the Italian teacher Don Milani see http://en.wikipedia.org/wiki/Lorenzo_Milani