Saturday 27 July 2013

Lettera aperta di un professore in psichiatria / Open letter from a professor in psychiatry

Il mio ringraziamento per questo scritto va ora al suo autore, il professore in psichiatria Giuseppe Francesconi che ha gentilmente voluto farne dono. Si tratta di uno scritto (a mo' di lettera) meritevole di pubblicazione, ed infatti dopo attenta lettura di esso ho deciso di pubblicarlo nel blog che dirigo, redigo e co-traduco: Progressi In Psichiatria Psychiatric Progress.

Questo blog va inteso: di tipo divulgativo testimoniale,è in difesa dei diritti umani, dei pazienti e le pazienti etichettati "psichiatrici", della povera e indifesa gente, e finance in difesa dell'etica vera professionale: quella NON ostile ai pazienti e le pazienti. Perche’ il piu’ delle volte invece che ben trattati sono resi come degli ostaggi. E questo, invece che migliorare la salute, peggiora la loro situazione umana e quindi pure morale, psichica. Ne va di mezzo l’autostima.

Dare spazio di "voce", di scrittura, testimonianza dal vivo e dal vero a coloro ai quali e alle quali la voce , la testimonianza, viene alienata, non viene dato di avere. Perchè? A chi fa tanto paura la testimonianza di chi soffre?

Forse perchè ricorda un po' le famigerate leggi razziali di Hitler e Mussolini, i maltrattamenti, la clausura forzata, lo sterminio dei malati di mente; come quella degli zingari, dei contrari al potere nazista e fascista, dei disabili, degli omosessuali, degli ebrei, eccetera; l' olocausto l'orrendo storico dei campi di sterminio, i traumi che le guerre infliggono?

Ehi voi che vi considerate sani di mente e dirigete il mondo, datevi una calmata! State ri-facendo un macello, state ri- percorrendo ancora quella strada.

Cambiate direzione! Onorate San Francesco Di Assisi...almeno Franco Basaglia.

Agli internati e alle internate di allora non era dato fare udire la loro disperata, torturata, umiliata voce. E oggi?

Ringrazio tutti e tutte coloro che sostengono l'impegno di lotta allo stigma e i maltrattamenti di qualsiasi genere.

Vladimiro Rinaldi
http://www.apoesidi.com

I would like to thank the author of this text, the professor in psychiatry, Giuseppe Francesconi, who has given it to me. The text, in the form of a letter, is well worth publishing and after reading it carefully I decided to publish it in the blog that I run: Progressi in Psichiatria Psychiatric Progress.

This blog aims to spread first-hand information in defence of human rights, in defence of patients, including the patients labelled as “psychiatric”, in defence of poor and vulnerable people and even in defence of ethics, genuine ethics not hostile to patients. Rather than being well treated, psychiatric patients are often treated like hostages. Instead of improving their health, this worsens their human condition and therefore also hurts them morally and psychologically. Their dignity is damaged.

The blog provides a space for the voices, the writings, live accounts by those whose voice and evidence has been alienated, denied permission. Why? Who is afraid of the evidence from people who are suffering?

Maybe because it recalls a little, the infamous race laws, the ill-treatment, the forced seclusion, the extermination of the mentally ill; like that of the gypsies; the opposition to the Nazi and fascist powers of Hitler and Mussolini, the disabled, the homosexuals, the Jews et cetera; the horrendous Holocaust of the extermination camps, the traumas inflicted by war.

Hey you that consider yourselves sane and that run the world, slow down! You are creating another catastrophe. Once again you are going down that same road.

Change direction! Honour St Francis of Assisi or at least Franco Basaglio.

The desperate, humiliated, tortured voices of those who were interned then, were rendered inaudible. And today?

My thanks go to all those who support the fight against the stigma and all types of ill-treatment.

Vladimiro Rinaldi
http://www.apoesidi.com

Caro Pier Luigi,

questa mia lettera è per chiederti un consiglio ed un aiuto in quanto mi trovo molto incerto e confuso in merito ad una richiesta che mi è stata fatta da un vecchio amico e paziente, che ho curato per tanti anni per una depressione ricorrente, talvolta con qualche momento di euforia breve e transitoria. Il mio amico Giuseppe è venuto alcuni giorni or sono da me perplesso ed angosciato e questo è il suo racconto:

"Caro amico, come sai ogni tanto nella mia vita mi sono trovato sprofondato nel pozzo della tristezza, senza speranze e senza futuro ma mi sono ripreso con il tuo aiuto e quello dei medici che mi hanno curato, ma ora non c'è soluzione, la morte di mia moglie ha lasciato un vuoto incolmabile, i miei figli sono lontani, che mi resta? Non volevo disturbarti perciò sono andato al CIM, scusa mi hanno detto CSM o DSM, non ricordo bene, vicino a casa mia per rivolgermi al dott. P, che tu conosci, e mi ha ricevuto una signora, in verità molto gentile, medico, infermiera o assistente sociale non saprei, perché si è qualificata come Operatrice del servizio, che mi ha detto che il medico era ormai in pensione da anni. Allora ho chiesto del suo aiutante il dott. M che però è stato trasferito in altro servizio: non c'è problema vado da lui. Non è possibile mi è stato risposto, non è il suo CSM: ma non ho diritto alla libera scelta del medico e del luogo di cura? Ma poi mi interpella l'Operatrice, lei quanti anni ha? Quasi 80, dico ed allora, lei risponde, deve andare dal Geriatra, qui caro signore lei non è più di nostra competenza e poi lei ha un tremore alla mano quindi al massimo deve andare dal Neurologo. Ma come se mi hanno sempre curato gli psichiatri? E questo neuro-geriatra chi è?

Allora, ho pensato, non c'è che una soluzione: ricoveratemi alla clinica Villa M....! Dove sono stato altre volte con qualche flebo e un pò di farmaci in breve tempo mi hanno tirato fuori da questa palude.

Caro signore, mi ha risposto la gentile Operatrice, dal 1° gennaio le Cliniche non esistono più: le abbiamo sostituite con strutture multi presidi territoriali:
A) Strutture per trattamenti psichiatrici intensivi territoriali (STPIT),
B) Strutture residenziali terapeutico-riabilitative per trattamenti comunitari instensivi (SRTR i),
C) Strutture residenziali terapeutico-riabilitative per trattamenti comunitari estensivi (SRTR e),
D) Strutture residenziali socio-riabilitative H24 (SRSR H24),
E) Strutture residenziali socio-riabilitative H12 (SRSR H12).

Vede , caro signore, quante cose ci sono!

Certo dico io, prima c'era solo l'Ospedale S. Maria della Pietà, poi l'Ospedale di Ceccano di 2^ classe, infatti era diretto da un Primario di 2^ categoria (nel ruolo dei medici della Provicia di Roma c'erano i primari di 1^ e di 2^ categoria) ed infine a Genzano c'erano i "mentecatti cronici tranquilli" art. 66 del Regolamento manicomiale della legge 1904. Chissà questi in quale SS saranno collocati? Certamente oggi sono stati creati 5 gironi nell'inferno della psichiatria: chissà se si potrà riemergere o almeno navigare tra un girone e l'altro con la barca di Caronte, sempre pagando il biglietto alla UVM?

Allora comunque vada, ricoveratemi.

Va bene, dice l'Operatrice, adesso le fisso una visita con il nostro CSM tra tre settimane? Sempre che il nostro medico sia d'accordo e la commissione UVM dia il suo parere, appena sarà costituita dopo la nomina da parte della ASL.

Ma come, dico io, in tre settimane per solito guarisco e che cos'è questa UVM, di tipo politico-burocratico? Unità di vivisezione malati, non basta il parere del medico, come può una commissione sindacare il giudizio del medico curante? E poi come farà? Ci sarà un manuale diagnostico statistico presidi un un nuovo DSMP (manuale diagnostico statistico Polverini) e se i vari membri non sono d'accordo e se il parere del medico curante, non parlo dei medici privati che ormai non vengono nemmeno presi in considerazione, ma del medico pubblico del CSM, viene ignorato che si fa: sono previsti tre gradi di giudizio per il ricorso o ci sarà il processo breve?

Mi voglio ricoverare, ho detto, al S. Giacomo mi sta vicino casa.

Il SPDC del S.Giacomo non è più operativo, mi risponde sempre la gentile signora, e poi non è di sua competenza ed inoltre bisogna vedere se al SPDC c'è posto perché può essere inviato anche a Frascati o a Civitavecchia o a Ceccano o dove c'è posto.

A questo punto ho pensato è meglio che me ne vada, c'è ancora la deportazione dei malati, rischio brutto, Per questo sono venuto a chiedere il tuo aiuto. Adesso ti spiego. Tornando a casa ho incontrato Luigi, tu lo conosci è il figlio di Maria la Portiera, che adesso fa il portantino alla Clinica S.Maria di ..........., che mi ha proposto il ricovero in questa clinica, reparto ortopedico convenzionato, e d'accordo con la caposala tu potresti venire a farmi qualche flebo e stabilire la terapia per la mia depressione, naturalmente senza che nessuno sospetti di niente."

Caro Pier Luigi, qui finisce il racconto del mio amico-paziente Giuseppe,

Che ne pensi? Posso andare nottetempo a fare flebo e terapie di nascosto? Rischio con l'ordine dei medici? Non credo: l'Ordine se ne sempre fregato dei problemi della psichiatria come pure della qualità della assistenza sanitaria e della dignità dei medici e poi che mi può fare, alla mia età non vado nemmeno in carcere.

Ma un altro problema mi tormenta: alcuni ricordi che affiorano alla mia mente, ricordi di tanti anni fa che come fantasmi si aggirano nei miei sogni, ed al risveglio non so se sono ricordi o fantasie ipnopompiche. Mi puoi aiutare? Mi sembra che negli 60-70, 68?, ci fu una legge che all'articolo 4 apriva a tutti ed in tutti gli Ospedali Psichiatrici il libero e volontario ricovero. E poi nel 1978 la legge 833 non recitava che ogni cittadino aveva il diritto alla libera scelta del medico e del luogo di cura, diritto sancito anche dalla Carta Costituzionale, e che tutti devono essere assistiti e curati senza alcuna distinzione per la razza, per la religione, per l'appartenenza politica per le loro tendenze comportamentali? E allora quante persone venivano trasferite dal S. Maria della Pietà ad altri Ospedali Psichiatrici, a Ceccano, a Volterra, a Rieti, a S.Elia Fiumerapido, ad Ancona; ed oggi? Se ricordo bene nell'intenzioni di molti di noi c'era la realizzazione di una assistenza che eliminasse la discriminazione sempre esistita per le persone con problemi psichici in modo che queste potessero avere le stesse possibilità di assistenza e gli stessi diritti di tutti gli altri cittadini.

Questo non mi sembra oggi realizzato! Ma è così in tutta Italia o ogni Regione fa come più gli conviene?

Caro Pier Luigi non credo che troverò risposte: ci sono speranze? Penso nei momenti più sconsolati che ci vorrebbe un'altra riforma anzi più che una riforma una rivoluzione: Io sono pronto!

Saluti cari Giuseppe Francesconi.

Via Pavia 38 00161 ROMA

Dear Pier Luigi,

I am writing to ask your help and advice as I feel uncertain and confused in the face of a request from an old friend and patient, who I have treated for many years for a recurring depression, sometimes with a transitory moment of euphoria. My friend Giuseppe came to me a few days ago, confused and worried, and this is his story:

"Dear friend, as you know every so often in my life I have found myself sunk in the depths of sadness, without hope and without future but I have recovered with your help and that of the doctors who have treated me, now, however, there is no solution, the death of my wife has left an unfillable emptiness, my children are far away, what have I left? I didn't want to disturb you so I went to the CIM, sorry did they say CSM or DSM, I don't remember, near where I live to ask for Dr. P.,you know him, and I was met by a lady, to be honest a very kind lady, I don't know if she was a doctor, a nurse or a social worker because she introduced herself as a service practioner. She told me that the doctor had retired years ago. So I asked for his assistant Dr.M but he has been transferred to another service: it doesn't matter I'll go to him. That's not possible, I was told, it's not your CSM: but haven't I the right to a free choice of doctor and place of treatment? But then the lady practioner asked me, how old are you? Almost 80, I said, well she replied, you need to go to Geriatrics, here my dear sir, you are no longer our resposibility and whatsmore your hand has a tremor so you probably should see the Neurologist. But I've always been treated by the psychiatrists? And who is this neuro-geriatrician?

Well, I thought, there's only one solution: get myself into the clinic Villa M....! I've been there other times and they have got me out of this swamp quickly with some drips and medication.

My dear sir, the kind Practioner replied, from 1st January, the clinics no longer exist: we have replaced them with multi-care regional facilities:
A) Regional facilities for intensive psychiatric treatments (STPIT),
B) Residential facilities for intensive community rehabilitative therapy (SRTR i),
C) Residential facilities for non-intensive community rehabilitative therapy (SRTR e),
D) Residential facilities for 24 hour socio-rehabilitative care (SRSR H24),
E) Residential facilities for 12 hour socio-rehabilitative care (SRSR H12).

You see, dear sir, how many options there are!

Indeed, said I, before we only had the Santa Maria della Pietà Hospital and then the second class Hospital at Ceccano, in fact it was directed by a category 2 Chief doctor (in the official list of doctors for the Province of Rome there were first and second category chief doctors) and finally at Genzano there were the "tranquil chronic imbeciles" art. 66 of the Regulation for asylums according to the law 1904. Who knows to which SS these will now be assigned ? It's clear that today 5 circles of suffering have been created in the Hell of psychiatry: who knows whether it's possible to re-emerge or at least to navigate between one level and another on Charon's ferry boat, paying the ticket of course at the UVM?

Well in any case, I want to be admitted.

Alright, said the Practioner, I'll arrange an appointment for you with our CSM within three weeks? Providing that our doctor agrees and the UVM commissione gives its opinion, as soon as it is set up after nomination by the ASL.

What, said I, I usually get better in three weeks and what is this politico-burocratic UVM? Unit for vivisection of patients, isn't it enough to have a doctor's opinion, how can a commission judge the opinion of the patient's doctor? And what will it do? Is there a statistical diagnostic manual a new DSMP (Polverini statistical diagnostic manual)and if the various members don't agree and if the opinion of the patient's doctor is ignored ( I don't mean a private doctor these aren't even taken into consideration, but the public CSM doctor what happens: are three levels of appeal foreseen or will there be a "fast track" trial?

I want to be admitted at San Giacomo because it is near home.

The SPDC* isn't operational anymore, the always kind lady told me, and then we need to see if the SPDC has a bed because a patient can be sent to Frascati or Civitavecchia or Ceccano or wherever there is a bed free.

At this point, I thought, it's better to leave, deportation of the sick still exists, I'm running a horrible risk. This is why I have come to ask your help. I'll explain. On my way home I met Luigi, you know the son of Maria the Concierge, he now works as a porter at the S.Maria di ..........., and he suggested that I could get admitted into the public orthopedic section, and with the ward sister's agreement, you could come and prescribe me a few drips and stabilize my depression, without anyone suspecting anything of course."

Dear Pier Luigi, this is where my patient friend Giuseppe's story finishes.

What do you think? Can I go at night and treat him in secret? Do I risk anything with the Order of Doctors? I doubt it: the Order has never bothered with the problems of psychiatry nor with the quality of the health service or the dignity of doctors and anyway what could they do to me, at my age I wouldn't even go to prison.

But another problem torments me: memories that come back to mind, memories of many years ago that float like ghosts in my dreams and when I wake I don't know if they are memories or hallucinations between sleep and wakefulness. Can you help me? I think that back in the sixties-seventies, maybe sixty eight, there was a law where article 4 opened all the Psychiatric Hospitals to everyone and for everyone with free and voluntary admission. And then in 1978 didn't Law 833 stipulate that every citizen has the right to the free choice of doctor and place of care, a right set out also in the Consitution, and that everybody must be looked after and treated without any distinction for race, for religion, for political belief or for behaviour? And so how many people were transferred from S. Maria della Pietà to other Psychiatric Hospitals, a Ceccano, a Volterra, a Rieti, a S.Elia Fiumerapido, ad Ancona; and today? If I remember well, many of us wanted to create a service that eliminated the discrimination that has always existed for people with mental problems so that they could have the same possibilities of treatment and the same rights as all other citizens.

Today, I don't think that we can say that this has happened. but is it the same everywhere in Italy or does each Region do as it wants?

Dear Pier Luigi I don't believe that I will get answers: but is there hope? In the darkest moments, I think that another reform is needed in fact. more than a reform a revolution: I am ready!

Kind regards Giuseppe Francesconi.

Via Pavia 38 00161 ROMA

* SPDC - Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura [Psychiatric Service for Diagnosis and Treatment]
UVM - Unità Valutativa Multidisciplinare [Multidisciplinary evaluation unit]
DSM - Dipartimento di Salute Mentale [Department of Mental Health]
CSM - Consiglio Superiore della Magistratura [Judicial Council]
CIM - Centro di Igiene Mentale [Centre for Mental Hygiene]
ASL - Azienda Sanitaria Locale [Local Health Boards]

Tuesday 2 July 2013

Un anno di internamento in più

Ospedali Psichiatrici Giudiziari

Il 31 marzo scorso era la data in cui “ufficialmente” i sei OPG (Ospedali Psichiatrici Giudiziari) presenti in Italia, dovevano chiudere. Almeno secondo le disposizioni della legge 9/2012. Il termine chiudere forse può essere fuorviante. In realtà si stabiliva che gli attuali “ospiti” (1400 circa) avrebbero ricevuto le cure necessarie in strutture sanitarie. Alla fine è stato tutto rimandato al 1 aprile del 2014.

Se ne riparla fra un anno. In fondo neanche tanto tempo considerando che gli uomini e le donne cui ci si riferisce sono da decenni reclusi in strutture disumane. Un anno in più o in meno che vuoi che sia! Bisognerebbe sentire i diretti interessati cosa ne pensano e magari organizzare un’evasione di massa da strutture disumane considerate non degne di un paese civile secondo il Comitato per la prevenzione della tortura del Consiglio d’Europa che le visitò nel 2008.

Bisognerebbe chiedere il parere a tutti gli internati e a tutti coloro che subiscono o hanno subito la costrizione della propria libertà in quelle che, il sociologo Goffman, chiama istituzioni totali. Le istituzioni totali sono i conventi, le caserme, le carceri – in certi casi i collegi e gli ospedali – i manicomi e tutti quei luoghi dove sono ravvisabili le seguenti caratteristiche: uno stretto controllo dall’alto da parte di una componente della popolazione (staff) rispetto ad un’altra (ospiti); l’essere una società altra a se stante che ti può portare a vivere in totale esclusione/separazione da quella umana in generale; una organizzazione gerarchica formalizzata della struttura, dei tempi e della vita al suo interno (orario dei pasti, relazioni, divieti, etc.). Non bisogna certo dilungarsi per dire come tutto ciò vada rifiutato, ma è bene conoscerne caratteristiche e definizioni.

In questo la triste sorte degli internati degli OPG diventa così l’esempio negativo di cosa siano questi luoghi di tortura e sofferenza, le cui normative fanno capo al fascista Codice Rocco del 1930, e che ancora si applicano nelle sei strutture che si trovano a Napoli, Aversa, Barcellona Pozzo di Goto, Castiglione delle Stiviere, Montelupo Fiorentino e Reggio Emilia.

Ancora un anno dunque. Lungo, infinito, in cui tutto può accadere. Alla fine però ci sarà la fine di una pena senza fine? Forse. O si andrà in tanti piccoli manicomietti, gestiti da cooperative private? Qualcuno si è chiesto se le 1400 persone di questi sei lager di stato hanno una famiglia, potranno essere seguiti, sostenuti, aiutati da qualcuno? Chi li aiuterà? In che tessuto sociale verranno reintegrate? E come? Queste ed un milione di altre domande fra tecnicismo, retorica e profondo senso della dignità umana devono necessariamente accompagnarsi alla vicenda, al fine di avere il miglior esito possibile.

Sarà difficile, molto. Anche perché la questione non riguarda solo i 1400 individui segregati, e le loro storie, i loro nomi, le loro vite negate, etc., ma interessa anche tutto il mondo che sta ed è stato loro attorno. Chi ha gestito questi OPG, con quali soldi, quali incarichi, progetti e obiettivi? Chi sono i professionisti che dirigono e lavoravano in queste strutture? Il pensiero che li riguarda assume un aspetto sociale e culturale che pone l’interrogativo di come e quanto il loro lavorare e vivere – magari senza accorgersene – sia presente nella società immediata che li circonda, sia testimonianza di questa e quanto venga alimentato da essi stessi, ingranaggi di un meccanismo stritolatore di cui inconsapevolmente, in qualche caso, sono i portatori cronici di un’infezione gerarchica pericolosa.

E tutto ciò in una società malata come la nostra, non solo perché affetta dalle patologie veicolate dallo stato e dal mercato, ma perché impoverita di tutto il patrimonio difensivo (verrebbe da dire di anticorpi sociali) sviluppato dalle lotte antifasciste, sindacali, civili, di cui rimane solo un tenue e nebuloso ricordo in un quadro sociale italiano dove alla comunità viene contrapposto l’atomizzazione individualista, ai diritti vengono preferiti i privilegi, in una guerra fra poveri infinita.

Pur stando nel paese della riforma basagliana della psichiatria, ancora c’è qualche ciarlatano che preferisce legare, imbottire di sedativi, bruciare neuroni con la TEC (Terapia elettroconvulsivante, meglio nota come elettroshock). Pur stando nel paese dove sono stati chiusi i manicomi, non è detto che tutte le loro caratteristiche non siano state traghettate per intero all’interno dei piccoli reparti di psichiatria.

La vicenda Mastrogiovanni è esemplificativa in merito. E non basta. Si deve ricordare che quanto detto in merito all’essere vittima di una istituzione totale valga in generale anche per chi si ritrova impiccato in cella, o vola da una finestra di una questura (Giuseppe Pinelli), o viene massacrato di botte durante un fermo (Giuseppe Uva), o muore in un CIE (Fatih) o all’aria aperta, in una strada di Ferrara (Federico Aldovrandi) e … l’elenco non finirebbe più, ma quanto detto serve unicamente a contestualizzare il problema dei 1400 internati e della società che li circonda.

E’ difficile dire come dare un aiuto a loro durante questo anno, in termini di calore umano, relazioni, vita dignitosa (dormire, mangiare, ridere, etc.), e così via. Di certo in termini politici e di informazione seguire le loro sorti, sostenere la loro liberazione, parlarne (ma non basta) sono le prime cose utili da fare.

firmato Giordano

tratto da Umanità Nova

http://www.umanitanova.org/n-14-anno-93/un-anno-di-internamento-pi%C3%B9