Wednesday 6 February 2013

La scuola e´responsabile dell´affaticamento mentale e fisico degli studenti? / Do schools put too much pressure on kids?

La scuola e´responsabile dell´affaticamento mentale e fisico degli studenti? Lo è.

Scuola come istituzione e qualità dell’insegnamento e dell’apprendimento oppure, al contrario, scuola come degrado dell´insegnamento e, di conseguenza, pure dell' apprendimento sono temi discussi, se ne discute soprattutto nelle famiglie.

Una scuola che funzioni bene, certamente non genera senso di disagio o frustrazioni agli studenti e alle studentesse (e nemmneno ne crea al corpo docente) . Funziona e basta.

Una scuola che funziona male crea un grave disservizio alla cittadinanza, all’educazione (cultura) oltre che molti conflitti: sia agli studenti e alle studentesse sia al personale docente .

Da sempre esiste in Italia la scuola da classi sociali, diversificata. E una scuola da classi sociali, diversificata e’ una scuola che non funziona, e’ una scuola che degrada se stessa, l’immagine del paese, i cittadini e le cittadine e persino il senso civico, il significato etico della scuola. Degrada il significato della democrazia.

Noi ci battiamo perche’ la scuola da classi sociali, diversificata cessi di essere tale, per una scuola migliore. Per strutturazioni e impegno allo studio delle materie scolastiche, impegno che va pianificato e stimolato benignamente e non preteso o costretto. Con le cattive maniere e le cattive scuole non si ottiene nulla di buono, si ottiene solo il degrado che si aggiunge al degrado,la sofferenza. La scuola non deve essere concepita come luogo di stress, umiliazione e memorizzazione di obsoleti nozionismi, tra l’altro neppure spiegati in modo chiaro e accettabile.

Ho conosciuto insegnati degni di elogio per come si comportano con gli studenti e le studentesse. Potrei fare dei nomi. Gli insegnanti e le insegnanti (e i presidi e le presidi) meritevoli, gentili, che aiutano veramente i ragazzi e le ragazze che studiano. Elogi a chi studia e a chi insegna andrebbero dalle istituzioniE chi non riesce aiutato e autata con amore e aiuti. Ma l’Italia (salvo eccezioni) e’ sempre stato paese classista, purtroppo, e il classismo altro non e’ che una variante del razzismo. Essere figli di operai o di professionisti, e a seconda dei quartieri, figli della scuola diversificata, si e’ avuti. Molto incivilmente realizzando e considerando sia la scuola sia la cittadinanza. Si e’ avuti un mentalità o un altra.

L’ Unione europea non ci fa ancora sentire cittadini di una realizzata uguale per tutti patria noi i cittadini cittadine degli stati membri. Si comporta in tutto e per tutto all’Italia unificata che in materia di diritti e di uguaglianza sociale e ambientale non e’ mai esistita. Quindi e’ come se l’Unione europea (per i cittadini e le cittadine poveri degli stati membri) imitasse in tutto e per tutto l’Italia dall’unita’ ad oggi capace di avere realizzato solo il fascismo.

E per cio’ che concerne l’universita’, che rientra , e come , nei criteri della cultura, dell’educazione..

I programmi Erasmus vanno ampliati e non mortificati con scuse di vario genere tra cui la crisi economica. Crisi economica che colpisce, guarda caso, soprattutto i cittadini e le cittadine poveri. I ricchi li tutela. L’Unione europea faccia scuola di civilta’ a se stessa e incominci con il dare il buon esempio con una politica vera di pace, di diritti per la povera gente e per l ‘ ambiente. Che si auto realizzi veramente democratica, unita, civile, e definisca i suoi parametri di civilta’ nel senso di federazione di stati e con una costituzione veramente democratica e valida per tutti e tutte , e non con due leggi (come accade in Italia) una per i ricchi (quella migliore) e una per i poveri (quella peggiore), a conti fatti. Che i capitali dei ricchi vengano perseguiti e fatti confluire nel sociale e a difesa dell’ambiente , e per difendere l’economia dei poveri, quella vera, reale, della gente, di tutti i giorni, delle famiglie, dei pensionati poveri, dei disoccupati, degli studenti e le studentesse, degli ammalati, e della scuola in quanto tale.

Oltree che delle piccole e medie imprese non imbroglione e capaci di riportare la qualita’ e non la quantita’ dell’economia globalizzata ed economia di mercato fuori dell’Europa e,per di piu’,inquinante.

Bisogna che la scuola sia sinonimo di benessere morale, culturale, ideale, strutturale, e non di malessere. Scuola con personale gentile, preparato e applicabile filosofica valida metodologia. Questo non significa che la’ dove un po’ di autorità sia richiesta venga del tutto a mancare. Ma con la qualita’ , la pazienza , la responsabilita’ , la comprensione e gli ambienti sani: armoniosi, accoglienti: si possono ottenere ottimi risultati.

Il contrario di cio’ e’ solo squallida retorica.

Non più, quindi, scuole che sembrano caserme o carceri ma scuole disegnate, progettate, pensate bene, a livello ingegneristico, architettonico e ambientale. Scuole accoglienti, con buona illuminazione (la qualita’ della luce e’ importante, luce soprattutto di tipo naturale) per la salute della vista e per il morale. Ambienti scolastici pure per gli studenti e le studenetsse (non solo per i presidi,direttori ed altri ed altre) termo-acusticamente a regola. La salute intesa tout court, e per tutti e tutte, e’ la salute. E la salute va intesa sia fisica che morale, psichica. Scuole con le mense che devono essere intese igieniche e fornite di cibo di qualita’ (cultura dell’alimentazione). Vale tanto per le scuole nei quartieri degradati che per le scuole nei quartieri alti . Perchè ? Come? Semplicemente perche’ oltre al buon senso e la mancanza di cinismo e di classismo la vera democrazia e la costituzione vanno applicate. Vanno intese etiche. Stato di diritto non più inteso diverso secondo la classe sociale. Nel vero rispetto della costituzione, dell’uguaglianza e della vera giustizia,in primis quella sociale.

A proposito del metodo. In filosofia esiste qualcosa che non tutti sanno, ' il metodo ' . Se reso etico e applicato in pedagogia ha molto senso. Ai fini del migliore apprendimento. Esso (il metodo) non va affatto ignorato o sottovalutato ma va appreso e, prima ancora, va insegnato etico ai politici, ai pubblici amministratori, ai presidi e ai docenti, i quali a loro volta lo devono insegnare (molto bene) agli studenti e alle studentesse. Il metodo ( l'analisi e l'applicazione di esso nell’ apprendimento scolastico) aiuta moltissimo. La scuola non puo'continuare ad essere concepita e pretesa come un fatto costrittivo. Equivalrebbe a una violenza.

Meglio intenderla e realizzarla come un'istituzione votata al rispetto da parte di tutti e tutte verso tutti e tutte e verso la natura,ivi compreso lo spazio vitale, e ivi compreso lo sviluppo sostenibile. Ignorare queste cose e’come ignorare la vita. Purtroppo di politici ignoranti e corrotti c’e ne stanno fin troppi, con le lauree, i dottorati, i professorati, veri oppure no.

Gli studenti e le studentesse vanno seguiti bene, rispettati e rispettate (e pure le loro famiglie, che sono spesso in difficolta’ economica o di altro genere ) .Vanno educati ed educate nel rispetto del prossimo, della natura e di se stessi che gia’ vivono le loro pene dettate dall'età evolutiva e le sue implicazioni o problematiche. Che la scuola, che le istituzioni , non ne aggiungano altre di sofferenze. Sono preposte per risolverli i problemni ai cittadini e le cittadine, non per creargliene.

E scuola pure pensata, ragionata, pianificata tenendo conto della salute psichica. Perche' la scuola si e' spesso resa responsabile di efferrate ingiustizie. Finanche va pensata e realilizzata con le giuste attrezzature , resa moderna, aggiornata, sempre; e pensando pure al fattore economico del corpo insegnante. I tagli alla scuola invece che i miglioramenti per la scuola sono un'insulsaggine politica gravissima oltre che un insulto alla ragionevolezza e alla dignità, alla cultura.

Purtroppo l´evidenza dei torti istituzionalizzati e beceri e´ tale che si e´come indottrinati a non colpevolizzare mai le istituzioni (tra cui l'istituzione della scuola) ma addirittura a prendersela con gli studenti e le studenesse, coi cittadini e le cittadine che soffrono i torti e sono messi in castigo (Tacere, non protestare, brutti voti e sensi di colpa agli studenti e le studentesse). Una volta, mica tanto tempo fa´, presidi e insegnanti laici o religiosi o religiose, gli studenti addirittura picchiavano con dure lunghe bacchette. Di cui la parola: bacchettoni. E si ha ragione di temere che in qualche parte sia ancora cosi´.

La scuola produce stress, invece che cultura. Produce piu´stress che cultura utile, specialmente in coloro che non hanno la fortuna di vivere la normalita’ nei paesi piu´progrediti. Esiste la scuola di classe. Il classismo in Italia e´duro a morire, produce basso livello di civilta´, induce al bullismo e alle sport brutali o pratiche comunque cruenti.

I ricchi non solo mandano i figli e le figlie nelle scuole migliori, in Italia e all ´estero ma persino gia´riservano loro (per quando andranno a “lavorare” ovvero : a dirigere.. ) posti di carriera. E non cambiano la mentalita´. Dispotici verso i poveri erano i loro genitori ed ora lo diventano loro ancor di piu’; sprezzanti, millantatori, arroganti e pure....molto ignoranti. Esiste lígnoranza dei modi civili, del rispetto per il prossimo. Salvo eccezioni, chi comanda in politica, in economia, in giurisprudenza, in pedagogia difende la gerarchia e crea stress ai sottoposti.

Mentre i programmi sono fin troppo obsoleti e le strutture scolastiche nelle periferie urbane paiono piu´ delle topaie o caserme che luoghi di cultura. Una scuola cosi´e´una scuola che non istruisce adeguatamente, non prepara i futuri cittadini e le future cittadine, e´una scuola che non funziona, che non si puo` amare, che terrorizza, e crea ansia e depressione e senso del bullismo. In quanto e´ essa stessa prevaricatrice del diritto alla dignita´. Ci sono scuole in periferia che hanno sbarre alle finestre, colori orrendi da caserma di polizia, e nemmeno hanno nei bagni la carta igienica e i coperchi del water.

Ho conosciuto gente molto sensibile che si e´ammalata di scuola. Gente che ha finito per odiarla la scuola, l´ha dovuta lasciare per via del pessimo comportamento dei presidi e degli insegnati non idonei per loro stessa impreparazione e stato mentale pericoloso, peggiorato dallo stress.

Non si impara niente in scuole così. E le hanno sempre volute e progettati così le scuole per i poveri. Lo aveva capito bene Don Milani. Vedi http://it.wikipedia.org/wiki/Lorenzo_Milani

Vladimiro Rinaldi

Yes, schools often put too much pressure on kids. The school is (should be) the place of formation and culture conceptually speaking. The school is where the child comes into contact with the society in which they live.

However all schools and teachers are different. There are factors which cannot be controlled by the individual school such as the construction and the scholastic programme. Unfortunately there are school buildings that look like barracks; their architecture is ugly and depressing, bars on the windows and lack of outdoor space. No child dreams of such a school. This type of school already exerts a negative pressure before learning begins. Then there are scholastic programmes that the school is obliged to follow which are rigid, unimaginative and irrelevant.

Nevertheless the key issue for the way a child perceives their school is neither the building nor the programme: it is the atmosphere that exists within their school. This atmosphere is created by the way the staff treat the children and each other and the way that children are encouraged to interact.

Children have different abilities and they learn in different ways and at different speeds. When teachers favour one group at the expense, or worse denigration, of the rest of the class then an enormous negative pressure is generated. This negativity sews the seed for one of the worst aspects of school: bullying amongst the children.

On the other hand in those schools where respect for the dignity of each individual is required, children are more likely to strive to achieve the best they can than to give up or rebel in despair.

The responsibility of the school authorities is therefore fundamental in setting the scene. They maintain the building facilities, design the scholastic programmes and training programmes for teachers and select the school leaders. These leaders and teachers create the atmosphere that the children live everyday at school. If the atmosphere is poor, then unfortunately for many children, the pressure from school will be too much. The child will lose and so will the society that failed them.

Vladimiro Rinaldi

For some information about the Italian teacher Don Milani see http://en.wikipedia.org/wiki/Lorenzo_Milani