Tuesday 24 July 2012

Roma Rovente e l'Assenza dell'Aria di Montagna

Sono Vladimiro Rinaldi, di Roma, vivo, soffro e ammalo, ogni giorno, ogni ora, nell'orrendo quartiere Casal Bruciato (il termine la dice lunga), sono un "paziente" che riferisce al CIM di Via Degli Eucalipti, già CIM in via Giorgio Morandi. I nostri operatori sono, in genere, brava gente ..e con loro in montagna-terapia, quando in montagna ci rechiamo già!

Ma quando ci rechiamo ? ..Quasi mai. Dicono che mancano i fondi. Stiamo bene, noi pazienti, insieme a loro, e loro, gli operatori e le operatrici stanno bene sia nell'ambiente della montagna (come bene ci stiamo noi pazienti, d'altronde) ed insieme a noi. Quasi tutto sembra quindi, in montagna-terapia, filare liscio come l'olio buono di sane olive reso buono e liscio perché chi ben coltiva può raggiungere validi risultati..... sia per i pazienti che per gli operatori e le le operatrici. Meraviglioso. Grazie ai francesi che l'hanno sperimentata per prima, e con successo, la montagna-terapia. E poi grazie a chi, in Italia, seguendo l'esempio francese, li ha seguiti, sia pure non so fino a che punto bene, sia a Trento (ass.ne sopraimille)sia a Roma,a Rieti,eccetera.

La montagna-terapia costa relativamente poco all'erario, alla sfera pubblica sanitaria, e rende, invece, tanto purchè rese veramente idonee, sia la montagna sia la terapia, con personale gentile, con lunghi soggiorni in luoghi armoniosi ("La città mi ha insegnato infinite paure", scriveva Cesare Pavese nel bellissimo, e intelligente, poemetto: I Mari Del Sud). Purtroppo nei CIM e dei DSM manca la poesia ed é questa una sciaguratezza, un'imperdonabile deficienza. Se aggiunta alla montagna-terapia può aiutare ancor meglio la salute dei pazienti, e pure quella mentale ed organizzativa degli operatori e di sovvenziona loro certi progetti i quali (quale loro ulteriore ignoranza..) non tengono conto della funzione taumaturgica, balsamica-terapeutica sia della montagna terapia che della natura tout court e del diritto della gente non borghese ma povera, proletaria. E della funzione espressiva, di liberazione della voce e dell'invenzione, della poesia in psicoterapia di sostegno, poesia dei pazienti e le pazienti da intendersi come: l'altra voce, quella che manca, quella dei pazienti e delle pazienti non si vuole udire; l'altra campanna, la piramide rovesciata.

Perche' la borghesia é arrogante e stupida, macellaia dello stato sociale e ottusa in economia ed ambiente. Si è sempre dimostrata sprezzante e ignorante (pure se prendono, forse, se non se la comprano, la laurea, in questo e quello (è successo, è successo, mazzette e sesso...), o il dottorato e forse anche il professorato. Si è sempre mostrata aggressiva, sprezzante, ignorante, distruttrice, moltissimo incapace in sociologia, architettura sociale, politica di gestione, sanità pubblica, e ambiente e spazio vitale condiviso e non solo per se stessa e con i soldi maramaldi e da potentati. In Francia, in Svizzera, in Finlandia, in Danimarca(e non finisce qui...) si è saputo fare moltissimo meglio. Essere governati dagli italiani equivale, per la povera e onesta gente, e per la natura, per l'ambiente e la gente una storica ed ancora sorta di maledizione. Sono degli imbecilli, sono dei mascalzoni, e occupano tutti gli spazi di gerarchia in una piramide oscena della quale si dovrebbe far fare a loro i conti.

La montagna-terapia a Roma non si fa più e quella che si faceva era da uscite "mordi e fuggi", per le più delle uscite, solo una volta all'anno più giorni benedetti a Pescasseroli. Purtroppo se stiamo alle disponibilità delle quali (mi si dice....) disponiamo, economiche (ed io non ci credo affatto..), stiamo a zero, ma è uno zero pure in condotta da dare a chi gestisce l'economia macellaia e la sanità pubblica, i servizi. Ora le montagne le vediamo soprattutto in cartolina, se qualcuno ce le manda. Mandatecene, almeno una voi da Trento, o meglio ancora dalla Valle d'Aosta, da Pescasseroli, dalla Francia, benedetto Dio.

Ci vorrebbe ancora più montagna-terapia, montagna-terapia veramente, non da uscite e rientrare "mordi e fuggi", stressanti, assurde, questo vale poco in terapia. A Roma periferica, degli abitanti maltrattati e dall'ambiente degradato, io ci sono nato e cresciuto (poeta e paziente ora più nella strada che dei CSM intesi come dei piccoli feudi di direttori ed operatori, eccetera). ...nella natura (Quanto era ed è benigna, balsamica, educatica la natura!) Purtroppo è stata da qualche anno messa in mano a delle associazioni e delle cooperative maramalde, truffaldine, a Casal Bruciato ed in altre parti di Roma.

....Quando Roma aveva ancora la natura circondataria delle borgate, la quale seppure non fu mai nostra degli abitanti poveri, emarginati dal fascismo e dalla democrazia cristiana, partito che non fu mai veramente democratico e mai veramente cristiano secondo l'amore poetico e generoso di Gesù Cristo, ma piutosto partito papalino, borghese, da establishment USA e UK, eccetera, dopo che a Yalta i vincitori si spartinono in zone di influenza gli Stati.

Natura stupenda di Roma periferica con marane, ampi prati, biodiversità, vasconi (cisterne idriche) eccetera. Noi ci sentivamo mentalmente e fisicamente meglio. Natura mai nostra ma dei padroni terrieri, quei teste di cazzo, dei baroni, delle marchese, dei loro mezzadri, dei prelati.... Ci sono nato e cresciuto da povero ed escluso a Tiburtino Terzo, e come me tantissimi e tantissime coetanei e coetanee. Siamo la generazione della guerra e del dopo guerra.
A Tiburtino Terzo, io ho sofferto, amato, sono stato felice ma mai sono stato fiero dei fili spinati che ci vietavano l'ingresso alla natura.
So quello che dico e scrivo. I più grandi pazzi stanno a Montecitorio, a Palazzo Valentini e via dicendo. Ma per loro un ulteriore lodo è riservato e quindi niente stigma in psichiatria ai politici ed altri VIP della malora e della collettiva e della'ambiente mala sorte.

Le montagne di Roma sono i brutti palazzi della sua immensa periferia che la speculazione edilizia e la politica corrotta e corruttrice della natura hanno realizzato facendo scempio della natura e della dignità della parte morale e spirituale (non da confondere con la religione, c'entra niente) Ha fatto violenza continua fino al dettato dell'ansia, della depressione, degli attacchi di panico, l'insonnia cronica ed altre psicopatologie fortemente connese, con le radici del male, che affondono le radici dell'anima soprattutto nel sociale avvilito e nell'ambiente degradato.

Le montagne di Roma sono di cementoarmato, gli alberi di Roma sono i tralicci e le orrende e pericolose antenne che emettono le radiazioni elettromagnetiche che emettono le tantissime concentrate sui palazzi soprattutto della periferia Est e non solo quella est di Roma, dove per lo più, vivono i cittadini e le cittadine la condizione dell'indigenza tout court.

....e di continua a fare strage di alberi (degli stupidi e dai modi fasci, pure se dicono di essere di sinistra e fanno parte di cooperative, associazioni, o.......bande ...). Ma chi taglia alberi e recinta come propri gli ultimi spazi vitali di Roma periferica? Tagliano alberi! Ultimamente in una traversa di Via di Casal Bruciato hanno tagliato raso terra sei magnifici tigli e ai vigili (che ho prontamente chiamato..) non e' interessato nulla di quest'ulteriore scempio.

Ormai i romani popolani non esistono più (vi sta scrivendo un ultimo testimone, uno di coloro che si estinguono). Sappiano di telegiornali manipolatori di menti, a ripetizione, fino al delirio e all'ipnosi di massa, di rifiuti, di smog, di traffico puzzolente e pessima qualità dell'aria, di disagio da trasporto pubblico urbano, disagio da surriscaldamento climatico (ma di questo voi a Trento pure soffrite, credo, seppure d'estate soffrite meno, per via delle belle montagne italiane, di noi a Roma periferica e massificata di ecomostri). Beati voi.

E si soffre, a Roma, sia di riflessi negativi per la salute collettiva, da effetto serra, e da 'effetto forno' in aggiunta all'effetto serra. Io chiamo 'effetto forno' il surriscaldamento in più, del clima o del micro clima o del mezzo clima, che e' pure del traffico convulso e moltissimo inquinante, e dell'assenza o moltissima limitatezza di alberi, di piante spontanee autoctone, di biodiversità in generale, di spazi vitali. Sono stati prosciugati e intubati gli acquitrini (le marane e le maranelle) che miglioravano il clima dei vivi. Ora si soffre ancora di più l'estate sotto il sol leone, la canicola. Roma periferica degradata dei brutti palazzi (dei veri e propri ecomostri) palazzi troppo alti, troppo lunghi a discapito della natura e della salute pubblica fisica e mentale. Palazzi come murarie quasi all'infinito è oggi diventata Roma periferica. Con un mare di traffico puzzolente, rumoroso, invadente, bare di lamiera pagate a caro prezzo e locazioni murarie e costo della vita a caro prezzo pagati. Della vita intesa tout court.

Palazzi, palazzi e palazzi ..e non trovi un appartamento a equo canone (lo hanno prima messo e poi tolto i maramaldi e maramalde della politica e dell'economia classista..) nemmeno se implori o se ti ammazzi. Si muore così, a Roma periferica.

Come murati vivi tra i brutti palazzi accorpati l'uno a l'altro. Palazzoneria da speculazione edilizia cronica e politica corrotta cronica, ad essa inciuciata, ed e' cosi' dalla fine della guerra a tuttoggi. E' un altro tipo di fascismo la perpetuazione del classismo (classe sulla classe, uomo su uomo, uomo sulla natura, sull'ambiente) e i suoi aberranti parametri. Il classimo cosiddetto democratico (vera democrazia questa non e'..) che solo apparentemente non si vede, mentre invece al confronto del precedente fascismo quello di oggi, così mascherato e incipriato da "democratiche" parole e ipnotici tele-notiziari, eccetera, costruisce ancor peggiori le case popolari o dette di edilizia residenziale pubblica.

Tiburtono Terzo vecchio ed altre borgate, una volta, erano state sì costruite male: con materiali di scarto e con più pozzolana che calce, ma sia Tiburtino Terzo che la Garbatella ed altre borgate almeno in materia di spazi e misure degli edifici erano meno opprimenti, meno da Urlo di Munch.

Palazzi montagne di cemento armato che non possono essere scalate e tanto meno considerate terapeutiche.

Vietano alla naturale corrente dell'aria di circolare sostenibile con la morfologia stravolta d'insieme. E ciò reca danno alla salute fisica e psichica. Malattie alle vie respiratorie, bronchite cronica, asma, depressione, ansia, insonnia, eccetera. Roma periferica diventa sia un un forno che un inferno. Il Quirinale è lontano pure se in metri o chilometri vicino. E pure il Vaticano e Castel Candolfo. Davanti a Dio e per la Costituzione siamo tutti uguali ma nei fatti non è così.

A parte ciò.

Dirigo e redigo un blog che titola: Progressi In Psichiatria Psychiatric Progress. Si trova nel sito web: www.apoesidi.com che pure dirigo e co-redigo, co-traduco, è civile, vero, e a livello internazionale, in ben tredici lingue tradotte e co-tradotte la parte poetica. Il sottoscritto ne cura l'insieme di essi, e almeno tre lingue: l'italiano, l'inglese ed il francese. Ma mi avvalgo pure della collaborazione di traduttori madre lingua.
Visitarli il sito web(di poesia contemporanea e altre forme di creatività ) ed il blog : Progressi In Psichiatria Psychiatric Progress, a studiarveli. Vi può fare solo bene alla cultura e alla psiche, cari psichiatri, politici e quanti e quante ancora.

Perché? Perché a me pare ce molti psichiatri, psicologi, assistenti sociali, politici circoscrizionali, parlamentari, eccetera soffrano di misconoscenza, di ignoranza di vita vera sofferta da parte dei loro pazienti. Sofferenze non condivise e questo è limitativo e pure lesivo. E' una specie di sindrome da primadonna. E dove sono i pazienti? Dove scrivono? Vi confrontate con essi ed esse? Quanto? Dove? Lasciate loro il diritto di esprimersi e di giudicare? E lo spazio generoso? La libertà, il sostegno (non la prevaricazione) culturale (ammesso che ne abbiano bisogno loro e non voi e altri e altre ancora ?). Da noi a Roma periferica nei CIM nei DSM, eccetera, non risulta, non accade.

Montagne terapeutiche, inesistenti, montagne immaginifiche, desiderate, agognate terapeutiche ... quanto ancora doverle aspettare le nostre uscite in montagna? I pullmini,i soggiorni. Nemmeno questo? Per noi, i mezzi di trasporto ad essere considerati veramente rispettabili, idonei. Idee di paziente, snobbate da voi, ma che, immagino, piacerebbero persino a Freud, a Jung, a Adler a San Francesco Di Assisi. Senz'altro le approverebbero il dottor Franco Basaglia, Giovanni Paolo II, Giovanni XXIII, Ernesto Che Guevara, Don Milani.

Vladimiro Rinaldi

Chiedo scusa per eventuale errori di ortografia, non mi va propria di correggerli.

Sunday 15 July 2012

CERCANDO IDA

La poesia e l'impegno civico sono parti nobili della mente umana
Poetry and civic engagement are noble parts of the human mind

ABBANDONO

-di Ida Bitorsoli-

Sull'autostrada
lunga e rovente
un cane abbandonato
cammina lentamente.
Ha gli occhi
una casa lontana
con due ciotole piene
il calor di una mano.
E' disperato e stanco
un auto veloce
lo prende a fianco,
le ferite sanguinano
non ce la fa piu'.
Sul muretto piatto
c'e' Monello, il gatto
che gli dice piano:
abbiamo amato invano
un uomo disumano.
Siamo in tanti
in questa brutta avventura
ci sono anche i nonni.
Facciamoci coraggio
non aver paura.
Ma Ringo ormai esangue
porgendogli la zampa
il capo china giu'
Monello, impietrito
lo veglia con amore
chiedendosi con dolore
se anche l'uomo ha un cuore.

La poetessa Ida Bitorsoli, l'autrice di ABBANDONO, quest'altra sua bella e importante poesia, e' un'amica alla quale voglio bene come a una sorella buona e che mi manca da quando ci perdemmo di vista. Anni fa. Non la vedi piu', seppi che era stata male ma nessuno dei suoi vicini mi seppe o volle dire in quale ospedale l'avevano portata.E' una societa', questa, che di umano ormai ha troppo poco.

La vado cercando, sono preoccupato per lei.

Solo recentemente cercando pure in Internet (ma perche' non ci ho pensato prima ?) in FaceBook, digitando Ida Bitorsoli, poetessa, mi appaiono sia il suo nome e cognome che una sua poesia: ABBANDONO, che non conoscevo e ne sono rimasto emozionato.

Io a quel dato tempo oltre che Ida conoscevo pure Ringo, il cane buono dal pelo colore simil grano, del quale Ida si prendeva amorosa cura. A Ringo volevamo bene un po' tutti noi con l'animo gentile, ma Ida era diventata la sua benamina; e conoscevo pure Monello. Di loro, e di tante altre creature a quattro zampe Ida si prendeva cura.

A Roma, al quartiere Casal Bruciato, dove Ida viveva ed io vivevo, vicino, Ida non disdegnava la compagnia di amici umani purche'aventi l'animo buono e amore per la natura, per i gatti, i cani, soprattutto quelli abbandonati, per la poesia.

Leggevamo poesie nostre e non solo poesie nostre. Leggevamo poesie di Salvatore Quasimodo, di Giuseppe Ungaretti, di Elsa Morante (Il Mondo Salvato Dai Ragazzini), e di altri e altre.

Mi leggeva le sue straordinarie composizioni poetiche, scritte, a volte, su dei sassi. Mi piacevano tantissimo. Ne rimanevo commosso e pensavo che uno dei degli aspetti drammatici dei nostri tempi riguardi proprio l'emarginazione dei poeti, delle poetesse non considerati VIP, e quindi l'emarginazione quasi in todo della poesia.

Io penso che un popolo che dimentica i poeti e le poetesse, che li ignora o disprezza e ama solo i soldi, i papponi politici, la carriera, il successo sia solo un popolo di lavati al cervello, un popolo di zombi, di morti.

Le mie poesie scrivevo a mano con la penna, come faceva lei, d'altronde, io usavo fogli e cartoni o cartoncini e gli inchiostri, le matite, i gessi colorati, o scrivevo con la piccola macchina da scrivere meccanica; facevo mescolanze di segni e colori, parole-versi, sperimentando sia la poesia che la fotografia o il disegno e i versi. A volte macchie colorate e versi in bianco e nero, eccetera... Senza mai ricavarci nemmeno una lira.

Ed ora i poeti e le poetesse (a meno di non essere dei poeti o poetesse "portati", dei VIP, che comunque restano piu'unici che rari: gli editori,le case editrici importanti, i signori e le signore dell'editoria e della politica la poesia in genere snobbano, rei o complici di un sistema del tutto perverso),i poeti e le poetesse poveri e sconosciuti guadagnano nemmeno un euro.

Poeti e poetesse non VIP la crisi economica soffrono da sempre. Ma non se ne parla mai. Insomma eravamo apoesidi. Che cosa e'? E' una parola, un termine, da me inventata che sta per poeti ed apolidi, poeti apolidi, apolidi della poesia, apolidi di poesia, eccetera, in quanto la poesia dovrebbe essere considerata Patrimonio dell'Umanita',ma non lo e'(e questo e' il guaio..). Essa non appartiene solo a un Paese o a una lingua e una cultura; lingua a parte,la Poesia appartiene a tutta l'umanita.

E tutta la terra, pianeta patria comune degli umani e le altre creature.. Non solo di chi se la puo' comprare o rubare e recintare e vietarla al prossimno e alle altre creature, in tanti modi. Questo e' immorale, mafioso sistema. Non e' affatto cristiano,in quanto tutto cio' che esiste puo', semmai, appartenere solo a Dio. Che lo ha dato in prestito, e quindi non in vendita, e come casa comune, a tutte le creature, compreso l'uomo.

Il suolo,l'aria,l'acqua,lo spazio vitale non devono essere intese come proprieta' privata dell'uomo padrone e con il denaro, dell'uomo sull'uomo e sull'ambiente, sulla natura. Il dio quattrino ha in loro, laici e prelati delle banche eccetera, del tutto sostituito il dio dell'amore.

Coraggio, poeti e poetesse, c'e' piu' che mai bisogno di noi. Ma non ci daranno poi la medaglia. Noi siamo la parte veramente nobile, meritevole, della mente umana: lavoriamo gratis. Pure se non e' giusto.

Combattere il degrado, la corruzione, la prepotenza (lo so bisogna pur sopravvivere..) io definisco eufemisticamente, e giustamente: Poesia del comportamento. Ed e' la piu' difficile e preziosa forma di poesia. E' questa la sfida, di parole ne sono state spese fin troppe e a vuoto. Bisogna dare alla poesia un senso, una vitalita', un'azione, e quindi, cara Ida, tu con le tue poesie e l'impegno civico che ti vede schierata contro l'abbandono e la vivisezione (d'altronde come me, seppure diversamente impegnato) sei poetessa due volte, fai poesia scritta e coerenza civica, poesia con le parole e con il comportamento.

Lo Sviluppo Sostenibile correttamente inteso ha bisogno pure di questa interpretazione. La terra e' di tutti e tutte e delle creature tutte e tutti, e degli elementi, non puo' essere intesa come proprieta' privata per soli Vip o di delinquenti di diverso genere. Ma i padroni sono difesi dal sistema,i poliziotti manganellano, sparano,i politici proteggono loro e altresi' fanno orecchie da mercante.

Credo che il Summit voluto e organizzato dalle Nazioni Unite(ONU )in Rio de Janeiro, 2012 sia fallito pure per questo. Il sogno bello,indispensabile, necessario a diventare realta' ha trovato e trovera' molti ostacoli sul suo cammino. Bisogna difendere le cose giuste. Lo Sviluppo Sostenibile eticamente inteso (e non come un ' ulteriore furfanteria rigirando la sua originaria ispirazione) e' una cosa seria e una causa da difendere, pure con la poesia.

Io ai politici (di tutti gli schieramenti)non credo, mi sembrano tutti e tutte cialtroni e cialtrone raccomandati e raccomandate. Ma nei sogni giusti a divenire realta' credo, vadino pure come devono andare le cose...Ormai ci siamo abituati..., allo Sviluppo Sostenibile e alla difesa della povera e onesta gente e delle creature indifese, maltrattate, abbandonate credo. Quindi sono con te. Allo Sviluppo Sostenibile credo. Ne va della vita della nostra specie, delle generazioni future.I grandissimi farabutti e pazzi e le grandissime farabutte e pazze, con il potere e il comando e il denaro, ci opprimono, da sempre, dominano, ingannano. Che possa loro prendere un colpo a tutti quanti e quante.

Io credo nella poesia tua, mia e di quanti come noi lottano, hanno sempre sofferto, e non credo a chi ci ha costretti a fare una vita amara. Io le persone malvagie, molto egoiste, vanitose, ipocrite non amo. Mi fanno letteralmente schifo. Pure se hanno il dottorato o il professorato. Oppure che non li hanno. Non importa. Amo solo la gentile, onesta, buona gente. E nemmeno tutti i poeti e tutte le poetesse sono tali. Pero' alla poesia credo.

Purtroppo di questo "patrimonio dell'umanita'" (la poesia, la vita ed il lavoro stesso dei poeti e le poetesse)c'e' addirittura chi si approfitta e fa business. Ma di queste cose, di queste furfanterie, e di altre furfanterie, non si parla mai.

Cara Ida, se leggerai questo appello capirai che la vita mi ha portato spesso altrove. L'ambiente, e il sociale e la loro difesa mi appassionano, non ho dimenticato la poesia. Sono diventato anziano, ho tantissimi acciacchi.


....Cercando Ida, su FaceBook, dopo aver letto ABBANDONO, di Ida Bitorsoli, mi sono detto: Meno male! Ecco Ida... Finalmente. Ora provo a conttattarla. Purtroppo non mi riesce di farlo. Gia! A volte la ricerca di coloro che perdiamo di vista, nei tanti crocevia della vita, non e' facile.

C'e'qualcuno di voi che puo' aiutarmi nella ricerca della mia amica la poetessa Ida Bitorsoli, autrice di ABBANDONO e di tante altre belle poesie? Attendo notizie di lei. Per piacere, fatemi sapere. Vladimiro.

Vladimiro Rinaldi(Rinaldi e Ranuzzi) - indirizzo di posta elettronica: apoesidi@gmail.com e sito web: www.apoesidi.com




DESERTION

-by Ida Bitorsoli-

On the motorway
long and burning hot
an abandoned dog
walks slowly.
In his eyes
a distant home
with two full bowls
the warmth of a hand.
He is desperate and tired
a speeding car
hits a sidelong blow,
the wounds are bleeding
He can’t go on.
On the low wall
sits Monello, the cat
that says to him quietly:
we loved in vain
an inhuman man.
We are many
in this dreadful state
even grandparents.
Let’s support each other
don’t be afraid.
But Ringo by now bloodless
reaching out his paw
his head bows down
Monello, turned to stone
watches over him with love
asking himself in sorrow
if man also has a heart.

The poet Ida Bitorsoli is a very good friend of mine. Unfortunately we lost touch when she moved from her appartment in Rome and I have been looking for her for years. Nobody has been able to tell me about her. I hope that Ida is well.

Recently navigating on the internet, I found her beautiful and thought provoking poem Diserted (Abbandono). I knew Ringo and Monello and remember how well Ida cared for them and for many other four legged creatures (and she did not disdain human friends who had poetry to share). Now I hope that Ida or someone with news contacts me at apoesidi@gmail.com